Nuovo Codice degli Appalti: chiesto il rinvio dell'entrata in vigore
di Redazione tecnica - 13/02/2023
C’è preoccupazione tra i professionisti tecnici sulla ormai imminente entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, che ritengono non ancora adeguato e caratterizzato da diverse criticità irrisolte.
Riforma del Codice dei Contratti: chiesto il rinvio dell'entrata in vigore
Proprio con l’obiettivo di chiedere un rinvio urgente, i Consigli Nazionali degli Ingegneri e degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Inarcassa e la sua Fondazione, i Sindacati e le Associazioni, a nome dei loro iscritti Ingegneri e Architetti, hanno deciso di sollecitare il Legislatore a sciogliere in tempi rapidi, i nodi rilevati, anche nel rispetto degli impegni presi con il PNRR e della più ampia ripresa del Paese.
Le problematiche del nuovo testo
In particolare, i partecipanti al Tavolo delle libere professioni hanno evidenziato le seguenti problematiche nel testo del nuovo Codice:
- il ricorso esteso all’appalto integrato. Secondo i professionisti, ciò significherà affidare alle imprese non solo l’esecuzione, ma anche la progettazione dell’opera, delegando tutto il processo al soggetto che ha i maggiori interessi economici e ponendo gli stessi progettisti in condizione subalterna, eliminando la centralità del progetto e togliendo alle Stazioni Appaltanti la gestione dello stesso;
- l’affidamento in via preferenziale degli incarichi di Progettazione, Direttore dei Lavori e Collaudo a tecnici interni alla Pubblica Amministrazione. In questo modo si aumenterà il carico lavorativo di uffici spesso già oggi sottodimensionati, eliminando oltretutto la figura terza di Professionista esterno, indipendente da Committente e Costruttore, garante della buona riuscita in termini tecnici ed economici dell’opera;
- la riduzione a soli due livelli di progettazione. Anche se tale misura ha l’obiettivo di velocizzare l’iter progettuale, essa non considera che in realtà la maggior parte dei tempi nella fase di progettazione e realizzazione, è condizionata dal pesante sistema burocratico -che non viene minimamente interessato, né tantomeno snellito. Inoltre, sottolinea il Tavolo, l’eliminazione ex abrupto degli altri livelli di progettazione necessita di una contestuale ridefinizione dei relativi compensi, al fine di scongiurare ricadute sulla qualità delle opere;
- la possibilità di affidare incarichi a titolo gratuito. Anche se in teoria ciò dovrebbe avvenire solo in casi eccezionali e motivati, in pratica si verificherà in ogni situazione, con ricadute, ancora una volta, sulla qualità del progetto e sulle opere;
- la riduzione della validità dei curricula dei progettisti ed in particolare dei requisiti economici, ad un solo anno. Questo comporterà l’inevitabile ricorso all’avvalimento e il subappalto delle prestazioni professionali.
Le richieste del Tavolo delle libere professioni
La richiesta fatta al Governo dai partecipanti al tavolo - nello specifico i rappresentanti di CNI e CNAPPC, Inarcassa insieme alla sua Fondazione, AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti), ALA Assoarchitetti (Associazione degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti italiani), Federarchitetti (Associazione nazionale degli architetti e ingegneri liberi professionisti), Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI ARCHITETTI e INARSIND (Associazione nazionale d’intesa sindacale ingegneri e architetti liberi professionisti italiani) - è quindi quella di rinviare l'entrata in vigore del nuovo Codice, avviando un confronto su questi temi.
Obiettivo è sanare quelle che sono definite come storture che il testo presentato andrebbe a causare soprattutto al sistema dei lavori pubblici. “È indispensabile - concludono i professionisti - evitare l’aumento dei costi delle opere, evitare il mancato controllo da parte di soggetti terzi, che legherà i liberi professionisti a doppio filo alle imprese, ed evitare il pericolo incombente di non riuscire a rispettare le scadenze previste dal PNRR”.
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