Nuovo Codice dei Contratti Pubblici: i sindacati scrivono al Premier
di Redazione tecnica - 12/12/2022
Coinvolgimento delle parti sociali e senso di responsabilità: sono le due categorie politiche che i sindacati edili FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL hanno ricordato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, le stesse a cui il premier aveva fatto appello quando si è insediata.
Nuovo Codice degli Appalti: l'appello dei sindacati edili al Governo
Termini rimasti solo sulla carta, anzi nemmeno quello, almeno per il nuovo Codice dei Contratti Pubblici. I sindacati ricordano infatti come i decreti legislativi che dovrebbero tradurre in norma i principi della legge delega n.78/2022, cioè il nuovo Codice degli Appalti, nonostante il lavoro preparatorio del Consiglio di Stato, non siano ancora stati oggetto di qualsiasi coinvolgimento delle parti sociali da parte del Suo Governo.
Nella lettera delle sigle sindacali si legge: “Eppure sono norme che riguardano milioni di lavoratori e lavoratrici, le loro tutele economiche, i loro diritti, la loro stessa salute e sicurezza. Quale senso di responsabilità sta agendo il suo Governo in questo momento?”.
Senza dimenticare il PNRR, il Fondo Complementare e tutte le altre risorse pubbliche con cui dare al Paese le infrastrutture ed i servizi che servono. “Occorre però farlo bene, valorizzando lavoro stabile e sicuro e favorendo imprese di qualità”.
Le richieste per le nuove norme
I sindacati ricordano quindi che è necessario armonizzare e rafforzare le tutele dei lavoratori presenti nel passato Codice con le nuove tutele previste dal decreto 77/2021 e dalla legge delega 78/202
In particolare si richiedono:
- il rafforzamento dell’inderogabilità delle misure a tutela del lavoro, della sicurezza, del contrasto al lavoro nero e al dumping contrattuale;
- la generalizzazione della clausola sociale;
- l’esclusione dalla base d’asta soggetta a ribasso i costi relativi alla sicurezza e alla manodopera, cosi come definiti dai contratti collettivi nazionali e territoriali di settore
- la non liberalizzazione del subappalto a cascata, che rappresenterebbe un'ulteriore frammentazione dei cicli produttivi e delle aziende, creando zone d’ombra maggiori e minore sicurezza nei cantieri pubblici.
Ribadiscono infine che l’obiettivo è la qualificazione delle imprese del settore attraverso un lavoro stabile e sicuro.
La lettera si conclude quindi con un’esortazione a ridurre "i tempi di attraversamento", riconoscere in automatico l'aumento dei costi di materie prime e lavoro, potenziare le stazioni appaltanti con più tecnici e più digitalizzazione. Da questo punto di vista, concludono, è necessario mettere la tecnologia al servizio della trasparenza, della lotta alla criminalità, rafforzando i protocolli di legalità e la partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati.
Ma non solo: l’invito più importante è quello alla responsabilità, convocando presso la Presidenza del Consiglio uno specifico tavolo di confronto con le principali parti sociali.
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