Patrimonio immobiliare italiano: il report OMI 2023
di Redazione tecnica - 29/07/2024
È stato pubblicato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate (OMI) il nuovo Report con le Statistiche Catastali 2023, che contiene una sintesi completa sui volumi e sulle caratteristiche dei fabbricati censiti al Catasto al 31 dicembre 2023.
Stock immobiliare italiano: il report OMI 2023
L’analisi ha interessato 78 milioni di immobili in tutta Italia, comprese le province autonome di Trento e Bolzano. Lo stock è aumentato di circa 482mila unità rispetto all’anno precedente, corrispondente allo 0,7% del totale. L’ 89% è di proprietà di persone fisiche, l’11% circa è di persone non fisiche, con una quota residuale (0,2%) sulle proprietà comuni.
Inoltre circa 67,5 milioni di immobili fanno parte delle categorie catastali ordinarie e speciali e hanno una rendita attribuita; più di 3,7 milioni sono invece classificate in categoria F, ovvero sono unità prive di reddito, quali aree urbane, lastrici solari, unità in corso di costruzione o di definizione, ruderi, identificati a fini inventariali; infine circa 7 milioni sono beni comuni non censibili, cioè di proprietà comune e che non producono reddito.
La composizione dello stock immobiliare
Il 54% circa degli immobili nelle categorie ordinarie e speciali è costituito da abitazioni (gruppo A); il 43% è composto da pertinenze di abitazioni (soffitte, cantine, box e posti auto) e immobili commerciali (gruppo C), con negozi, magazzini e laboratori. Questa la composizione dello stock restante:
- il 2,5% sono immobili con destinazione speciale (gruppo D);
- lo 0,2% sono immobili a destinazione particolare (gruppo E);
- lo 0,3% sono immobili d’uso collettivo (gruppo B).
Gli edifici che producono la quota maggiore di rendita catastale sono gli immobili del gruppo A e C, quasi il 66% del totale, il 28,7% a unità immobiliari del gruppo D, a fronte di una percentuale esigua in termini di numeri (solo il 2,5% in termini di numero di unità).
Gli immobili residenziali (gruppo A)
Come specifica il report, le abitazioni in Italia sono 35,6 milioni, con un aumento di circa 86 mila unità rispetto al. A crescere dell’1% sono le abitazioni civili e di tipo economico A/2 e A/3,i villini A/7, le abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi A/11. Diminuiscono le abitazioni signorili A/1, quelle popolari A/4, le ultrapopolari A/5, uelle rurali A/6 e le ville A/8. La maggior parte (il 90% circa) sono nelle categorie A/2, A/3 e A/4.
L’abitazione media italiana ha 5,5 vani pari a circa 118 mq, con differenze secondo la singola categoria catastale: 126 mq per le abitazioni in categoria A/2, 110 mq per le abitazioni A/3; circa 100 mq per le categorie A/4, A/5, A/6 e A/11, mentre notevolmente più grandi le signorili: circa 300 mq per le A/1, 500 mq per le ville A/8 e oltre 600 mq per le A/9.
Immobili a destinazione ordinaria non residenziale: gruppi B e C
In Italia nel 2023 sono stati censiti 648.452 unità immobiliari come uffici e studi per una rendita complessiva di quasi a 1,5 miliardi di euro (-0,6% rispetto al 2022).
Nel gruppo B sono comprese le unità immobiliari di uso collettivo, come collegi, prigioni, ospedali, scuole, biblioteche, uffici pubblici in aumento dello 0,8% rispetto al 2022. In termini numerici rilevano gli istituti scolastici, i collegi e convitti e gli uffici pubblici. La rendita complessiva di questo gruppo è di circa 1,4 miliardi di euro, pari allo 0,4% rispetto all’anno precedente.
Gli immobili a destinazione commerciale e varia (categoria C) sono oltre 29 milioni. Il 61% circa è classificato in categoria C/6, (box e posti auto), il 28,6% dalle unità in categoria C/2 (cantine e soffitte), il 7% dai negozi C/1. La rendita catastale delle unità del gruppo C è pari a circa 6,2 miliardi di euro invariata rispetto all’anno precedente, di cui circa 3,4 miliardi di euro, ovvero il 56%, relativi agli immobili destinati a negozio o bottega C/1.
Immobili a destinazione speciale e particolare (categorie D ed E)
Gli immobili a destinazione speciale a fine produttivo, terziario o commerciale (gruppo D) che presentano caratteristiche specifiche determinate dalla loro destinazione d’uso sono 1,7 milioni. La maggior parte di essi fanno parte delle categorie D/1 opifici, D/7 immobili per le attività industriali, D/8 immobili per le attività commerciali e D/10 immobili produttivi per le attività agricolo. Sul totale di 78 milioni questi immobili rappresentano solo il 2,5% ma hanno una rendita catastale pari a oltre 11 miliardi di euro, il 29% del totale. Si tratta di un valore in crescita di 70 milioni di euro, pari allo 0,6% rispetto al 2022.
Infine, nel gruppo E rientrano tutti gli immobili con caratteristiche particolari, a uso pubblico o di interesse collettivo: si tratta di stazioni per servizi di trasporto, fari, chiese. La rendita catastale complessiva di queste unità immobiliari è pari a quasi 860 milioni di euro, per la gran parte attribuiti alle unità immobiliari delle categorie E/1 Stazioni per servizi di trasporto, E/3 Immobili per speciali esigenze pubbliche ed E/9 Immobili particolari con altre destinazioni, (quasi il 90% del totale). Rispetto al 2022, la rendita complessiva è aumentata del 3,4%.
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