Piano nazionale di riqualificazione piccoli comuni: il Decreto in Gazzetta

di Redazione tecnica - 21/07/2022

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 luglio 2022, n. 167, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 16 maggio 2022, recante il Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni, finalizzato alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all’insediamento di nuove attività produttive, ai fini dell’utilizzo delle risorse del Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni di cui all’art. 3, comma 1, della legge 6 ottobre 2017, n. 158.

Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni: il DPCM in Gazzetta

Il Piano definisce le modalità per la presentazione dei progetti da parte delle amministrazioni comunali, oltre quelle per la loro selezione. Sono ammessi a presentare i progetti i comuni che rientrano nell’elenco definito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 luglio 2021. L’elenco è aggiornato ogni tre anni; ogni piccolo comune può presentare un solo progetto, o singolarmente o in convenzione con altri piccoli comuni facenti parte dell’elenco; possono inoltre presentare domanda le unioni di comuni per i progetti relativi al comune o ai comuni per i quali la medesima unione esercita la funzione.

I progetti ammessi

I progetti devono avere ad oggetto interventi finalizzati:

  • alla tutela dell’ambiente del patrimonio culturale e del paesaggio;
  • alla mitigazione del rischio idrogeologico;
  • alla salvaguardia e riqualificazione urbana dei centri storici;
  • alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici;
  • alla promozione dello sviluppo economico e sociale e l’insediamento di nuove attività produttive;
  • alla ristrutturazione dei percorsi viari di particolare valore storico e culturale destinati ad accogliere flussi turistici che utilizzino modalità di trasporto a basso impatto ambientale,

I progetti devono contenere esclusivamente interventi per i quali sia stata valutata almeno la fattibilità tecnica ed economica, mediante un progetto già perfezionato all’atto della domanda.

Il Piano assicura la priorità ai seguenti interventi:

  • a) qualificazione e manutenzione del territorio, mediante recupero e riqualificazione di immobili esistenti e di aree dismesse, nonché interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico;
  • b) messa in sicurezza e riqualificazione delle infrastrutture stradali e degli edifici pubblici, con particolare riferimento a quelli scolastici e a quelli destinati ai servizi per la prima infanzia, alle strutture pubbliche con funzioni socio-assistenziali e alle strutture di maggiore fruizione pubblica;
  • c) riqualificazione e accrescimento dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico, nonché realizzazione di impianti di produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili, nel rispetto della normativa in materia di tutela dei valori storico paesaggistici;
  • d) acquisizione e riqualificazione di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado, ai sensi dell’art. 5 della legge 6 ottobre 2017, n. 158, anche al fine di sostenere l’imprenditoria giovanile per l’avvio di nuove attività turistiche e commerciali volte alla valorizzazione e alla promozione del territorio e dei suoi prodotti. In particolare, i piccoli comuni possono adottare misure volte all’acquisizione e alla riqualificazione di immobili al fine di contrastare l’abbandono:
    • di terreni, per prevenire le cause dei fenomeni di dissesto idrogeologico e la perdita di biodiversità e assicurare l’esecuzione delle operazioni di gestione sostenibile del bosco, anche di tipo naturalistico, nonché la bonifica dei terreni agricoli e forestali e la regimazione delle acque, compresi gli interventi di miglioramento naturalistico e ripristino ambientale;
    • di edifici in stato di abbandono o di degrado, anche allo scopo di prevenire crolli o comunque situazioni di pericolo;
  • e) acquisizione di case cantoniere e del sedime ferroviario dismesso per destinarle a presìdi di protezione civile e salvaguardia del territorio ovvero a sedi di promozione dei prodotti tipici locali o ad altre attività di interesse comunale. I piccoli comuni possono inoltre acquisire il sedime ferroviario dismesso e non recuperabile all’esercizio ferroviario, da utilizzare principalmente per la destinazione a piste ciclabili, in conformità agli strumenti di programmazione della rete ciclabile eventualmente previsti a livello nazionale e regionale.
  • f) recupero e riqualificazione urbana dei centri storici, anche ai fini della realizzazione di alberghi diffusi, con interventi di risanamento, conservazione e recupero del patrimonio edilizio da parte di soggetti privati; realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico; manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti da parte dell’ente locale e il riuso del patrimonio edilizio inutilizzato; miglioramento e adeguamento degli arredi e dei servizi urbani; consolidamento statico e antisismico degli edifici storici nonché riqualificazione energetica; realizzazione di infrastrutture e servizi adeguati; miglioramento del decoro urbano e dei servizi urbani quali l’apertura e gestione di siti di rilevanza storica, artistica e culturale.
  • g) salvaguardia e recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari anche stipulando convenzioni con le diocesi della Chiesa cattolica e con le rappresentanze delle altre confessioni religiose che hanno concluso intese con lo Stato relativamente ai beni degli enti ecclesiastici o degli enti delle confessioni religiose civilmente riconosciuti.
  • h) recupero dei pascoli montani, anche al fine di favorire la produzione di carni e di formaggi di qualità.

Riqualificazione piccoli comuni: modalità di presentazione dei progetti

La presentazione del progetto deve essere formulata tramite specifica Domanda di inserimento nel Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli comuni, sottoscritta digitalmente ai sensi dell’art. 24 del Codice dell’amministrazione digitale, dal legale rappresentante del comune, dell’unione, ovvero del comune capofila della convenzione, o da un suo delegato, a pena di esclusione.

Entro il 17 ottobre 2022 la Presidenza del Consiglio dei ministri definirà i bandi pubblici che fissano i termini perentori di presentazione della domanda ed i criteri di selezione dei progetti.

Infine, al Decreto sono allegate le tabelle contenenti i criteri e i punteggi per la valutazione dei progetti.



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Documenti Allegati

Decreto