PNRR, Fondi UE e Superbonus 110%: serve coraggio
di Redazione tecnica - 11/07/2023
"Le tanto auspicate e decantate riforme non rappresentano più una necessità ma un’urgenza imprescindibile per la sopravvivenza di famiglie ed imprese. Un’emergenza economica e sociale". Lo afferma Antonio Lombardi Presidente di Federcepicostruzioni in una lettera aperta in cui evidenzia alcune delle problematiche ataviche del Paese e chiede soluzioni, coraggio e concretezza.
La lettera di Federcepicostruzioni
Una lettera in cui il Presidente di Federcepicostruzioni (associazione che rappresenta nel comparto delle Costruzioni oltre 10.200 imprese associate che occupano più di 200.000 dipendenti su tutto il territorio Nazionale) tocca due temi principali:
- l'utilizzo dei fondi europei;
- il superbonus 110%.
"Del primo si è parlato ed ancora si parla tanto - rileva Lombardi - fatichiamo a spendere i soldi previsti dal PNRR. La cosa non può purtroppo sorprendere. Storicamente il nostro Paese non è capace di utilizzare le risorse che riceve da Bruxelles. A fine anno rischiamo di perdere una cospicua fetta dei Fondi di Coesione relativi al settennio 2014-2020, perché non siamo riusciti a sostenere negli anni scorsi, in media, investimenti per 9 miliardi di euro l’anno. Come possono sorprendere quindi i ritardi per il Pnrr, peraltro riconducibili in buona parte alle medesime problematiche?".
Alla luce dei dati storici relativi al periodo 2014-2020, pensare di spendere (e bene) 42 miliardi l'anno previsti dal PNRR sembra una chimera. "Senza mutare l’attuale stato delle cose - continua il Presidente di Federcepicostruzioni - raggiungere questo obbiettivo è oggettivamente impossibile. Ribadisco: non siamo stati in sette anni capaci di spendere 9 miliardi l’anno di Fondi di Coesione non vedo come – non avendo nemmeno sfiorato le cause ostative agli investimenti ed i freni alla spesa – questo possa sorprendere".
Considerati i ritardi accumulati, dovremmo investire quasi 72 miliardi entro la fine del 2023 e 42 miliardi l’anno fino al 2026. Un obiettivo impossibile se consideriamo alcuni numeri.
I dati della Banca d'Italia
"I dati della Banca d’Italia sono fin troppo eloquenti - continua Lombardi - Oggi in Italia per realizzare un’opera pubblica occorrono in media 610 giorni, quasi due anni. E i ritardi maggiori si registrano al Sud (685 giorni), quasi totalmente imputabili ad amministrazioni locali (655 giorni contro i 445 del Centro-nord)".
Entrando nel dettaglio, Lombardi distingue le tempistiche evidenziando le differenze tra nord e sud che viaggiano evidentemente a velocità differenti.
"La fase di aggiudicazione -rileva il Presidente Lombardi - al Sud dura quasi sei mesi (172 giorni) a fronte degli appena 88 giorni del Centro-Nord. In questa fase procedurale, il divario è evidente sia per i lavori gestiti dal Governo centrale (88 giorni al centro-Nord e 138 al Sud) sia per quelli delle amministrazioni locali (102 al Nord, 198 nel Mezzogiorno). La durata media per la realizzazione di opere del valore compreso tra 150.000 e un milione di euro, è di 445 giorni al Centro-Nord e di ben 625 al sud (180 giorni in più: sei mesi). Un differenziale ancor più evidente per le opere superiori alla soglia comunitaria €.5.382.000), in cui la durata media di realizzazione – dato eloquente sullo stato dell’arte in Italia - è di 3.085 giorni, più di 8 anni e mezzo".
Disorganizzazione e scarsa preparazione delle amministrazioni locali
"Le ragioni di questo divario territoriale - afferma Lombardi - risiedono nella disorganizzazione e scarsa preparazione delle amministrazioni locali, con uffici sguarniti in uomini e mezzi. Se non si mette mano seriamente alla riduzione di queste tempistiche, ed alle cause chiare ed evidenti che le determinano, con un efficace programma di semplificazione e sburocratizzazione, ed un piano di potenziamento e qualificazione (in uomini e mezzi) delle stazioni appaltanti, rimarremo sempre a tirar le somme dei ritardi, delle opportunità perdute, delle risorse smarrite o revocate".
Riforme vere e concrete
"Urge metter mano a riforme vere e concrete - continua il Presidente di Federcepicostruzioni - che puntino anche a cancellare sovrapposizioni di competenze, duplicazioni procedurali, orpelli farraginosi (e onerosi) ed anche (finalmente!) alla coraggiosa soppressione di enti del tutto inutili. La vera emergenza è questa, o si continuerà, come lo stolto, a fermarsi con gli occhi sulla punta del dito che indica la luna, perdendo quest’ultima totalmente di vista. Rispettare il cronoprogramma del PNRR, ma anche della nuova programmazione, è fin d’ora materialmente improponibile. Tanto più se si parla di grandi infrastrutture; gli aumenti dei costi delle materie prime e dell’inflazione hanno peggiorato ulteriormente una situazione già di per sé grave. Occorre avere coraggio ed è questo che, purtroppo, troppo spesso sembra mancare nelle scelte politiche, ad ogni livello istituzionale".
Case green e Superbonus
Altro tema trattato nella lettera aperta è quello relativo agli obiettivi europei previsti dalla Direttiva Case Green di prossima approvazione e la scelta del Governo di mettere fine alle detrazioni fiscali del 110% (superbonus 110%) previste dal Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
"La frettolosa soppressione del Superbonus 110% - incalza Lombardi - che, a partire soprattutto dal prossimo anno, lungi dal realizzare i tanto declamati risparmi per il bilancio dello Stato, avrà pesantissime ripercussioni sull’economia e sull’occupazione. L’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva sulle c.d. case green, ripropone con forza il tema dell’adeguamento energetico degli edifici, in particolare per l’Italia, Paese in cui il patrimonio abitativo è vetusto ed energivoro, più che in tante altre realtà europee".
Lo condizioni delle abitazioni italiane
Lombardi fornisce qualche dettaglio sulla situazione del costruito italiano, rilevando che:
- il 53,7% delle abitazioni italiane ha più di 50 anni (risulta costruito prima del 1970);
- un ulteriore 31% è stato edificato nel ventennio successivo (1971-1990);
- il 7,4% nel periodo 1991-2000;
- meno dell’8% è stato edificato nell’ultimo ventennio.
"Alla luce di tale situazione - afferma il Presidente Lombardi - risulta evidente la necessità di intervenire con lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico in non meno 9,7 milioni di edifici in Italia, per un investimento complessivo (la stima è dell’Ufficio Studi Federcepicostruzioni su dati Istat-Enea) di circa mille miliardi di euro: proprio quanto si stava facendo con il Superbonus: che andava potenziato, esteso e agevolato, non certo cancellato".
Ricordiamo che la nuova Direttiva Case Green, che probabilmente sarà definitivamente approvata a settembre, prevede:
- per gli edifici residenziali:
- il raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2030;
- il raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2033.
- per gli edifici non residenziali e pubblici:
- il raggiungimento della classe energetica "E" entro il 2027;
- il raggiungimento della classe energetica "D" entro il 2030
- per gli edifici di nuova costruzione:
- quelli pubblici dovranno essere ZEB (a zero emissioni) dal 2026
- per gli altri edifici, l'obbligo scatterà dal 2028;
- l'installazione di impianti solari fotovoltaici:
- su tutti i nuovi edifici entro il 2028;
- su tutti gli altri edifici entro il 2032.
"Il Governo italiano - denuncia Lombardi - è stato troppo precipitoso e avventato nel sopprimere questo strumento, che ha attivato investimenti per 78,3 miliardi, consentendo la riqualificazione energetica, con conseguente guadagno di due classi, di 619mila condomini, 117mila edifici unifamiliari e 98mila edifici funzionalmente indipendenti".
Un piano per la transizione ecologica
"Occorre un programma straordinario europeo per incentivare e sostenere la transizione ecologica e perseguire l’ambizioso ma fondamentale obiettivo di avere, dal 2033, solo edifici a consumi zero, energeticamente autosufficienti - continua Lombardi - Gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico dell’Unione Europea e del 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia, sono quindi tanti gli elementi in gioco che rendono la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano non più rimandabile e che giustificano ampiamente la direttiva UE sulle case green, che oggi l’Italia incomprensibilmente osteggia".
Prorogare il superbonus 110%
Alla luce degli obiettivi Europei, Federcepicostruzioni propone una proroga del Superbonus 110% puntando sui meccanismi alternativi (sconto in fattura e cessione del credito) "utilizzando i Fondi del PNRR e i Fondi Strutturali per finanziare tale misura, e individuare strumenti di sostegno economico con l’UE per il raggiungimento degli obiettivi energetici fissati. Ma occorre guardare anche a strumenti e forme di finanziamento coraggiosi, moderni, innovativi, di grande appetibilità sul mercato dei titoli".
"Attualmente si assiste ad una crescente attenzione ai temi legati alla sostenibilità e al risparmio energetico. I green bond appaiono sempre di più tra gli strumenti di finanziamento favoriti dai vari player. L’UE non a caso ha finanziato con green bond circa il 30% del programma Next Generation EU, per un totale di circa 250 milioni di euro, al fine di promuovere progetti in linea con gli accordi presi a livello internazionale (Accordo di Parigi) - continua il Presidente di Federcepicostruzioni - La crescita del ricorso a strumenti di finanza sostenibile è evidente anche a livello mondiale. Il Canada a marzo 2022 ha emesso il primo green bond sovrano per finanziare la transizione ecologica, offrendo agli investitori il controvalore di 5 miliardi di dollari canadesi (3,6 miliardi di euro). Anche i BTP Green dell’Italia sono un ottimo esempio: i proventi sono destinati al finanziamento delle spese - sostenute dallo Stato - con un impatto ambientale positivo, al fine di supportare la transizione ecologica del Paese".
"Si guardi con coraggio a queste forme innovative di raccolta fondi per riqualificare energeticamente il nostro patrimonio immobiliare anche pubblico, remunerando titoli e capitale con investimenti mirati, specifici programmi europei, ma anche i risparmi sulla bolletta energetica - conclude il Presidente Lombardi - Ci vuole, però, decisionismo, coraggio, concretezza. E prima ancora, obiettività nelle analisi".
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