Project manager nei lavori pubblici: analisi comportamentale

di Pietro Grosso - 23/07/2024

Nel contesto della gestione dei progetti nei settori pubblici, i Project Manager devono non solo possedere competenze tecniche, ma anche una capacità avanzata di prendere decisioni efficaci. Daniel Kahneman, psicologo premio Nobel per l'economia nel 2002, professore all'Università di Princeton, fu uno dei fondatori della finanza comportamentale, ha fornito un quadro utile per comprendere il processo decisionale umano attraverso i concetti dei Sistemi 1 e 2.

Il processo decisionale di Kahneman

“La razionalità umana viene ostacolata da distorsioni del giudizio (bias cognitivi) che portano a errori sistematici nel momento in cui occorre prendere decisioni in condizioni di incertezza”. (Daniel Kahneman)

Questi sistemi rappresentano due modalità di pensiero fondamentali:

  • Sistema 1: È rapido, automatico e intuitivo. Operando in modo involontario e spesso inconscio, il Sistema 1 si basa su esperienze passate e associazioni immediate per consentire reazioni istintive e giudizi rapidi. È particolarmente utile nelle situazioni di emergenza e nei contesti in cui è necessario rispondere prontamente a stimoli ambientali e situazioni impreviste. Taylor (1911), fautore dello Scientific Management, li definisce “economizzatore di risorse cognitive” dove gli esseri umani hanno la capacità di processare le informazioni molto ridotta attraverso i processi automatici mediante scorciatoie cognitive che possano essere cause di errori in aree come le decisioni, il giudizio e la negoziazione.
  • Sistema 2: È lento, deliberato e consapevole. Richiede uno sforzo mentale maggiore e una maggiore attenzione. Utilizzato per analisi critiche, decisioni ponderate e pianificazione strategica, il Sistema 2 permette di esaminare attentamente le opzioni disponibili, valutare i rischi e considerare le implicazioni a lungo termine delle decisioni prese. Taylor faceva notare che nella psicologia sociale tale modello stava scomparendo ed auspicava pertanto ad un modello del percettore come “tattico motivato” cioè il dover elaborare in maniera più attenta le informazioni e questo richiede molte energie, quindi affidandoci a processi controllati (processi lenti, sotto controllo della volontà e con consumo di risorse cognitive. L’idea che i percettori siano elaboratori strategici di informazioni e non solo risparmiatori di risorse ha trovato buona accoglienza anche nel campo organizzativo, dove si sostiene che le azioni delle persone sono guidate dai costi e benefici personali percepiti, associati alle varie opzioni comportamentali.
CONTINUA A LEGGERE

© Riproduzione riservata