Qualificazione stazioni appaltanti: a che punto siamo?
di Redazione tecnica - 06/10/2023
Uno degli aspetti più importanti della riforma dei contratti pubblici e richiesto anche dal PNRR con la digitalizzazione degli appalti, è la previsione del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, disciplinato agli artt. 62 e 63 del d.Lgs. n. 36/2023 (nuovo Codice Appalti).
Qualificazione stazioni appaltanti: il report ANAC
Il sistema, già operativo dal 1° luglio 2023 (data in cui il nuovo Codice dei Contratti Pubblici ha acquisito efficacia), prevede l’iscrizione delle Stazioni Appaltanti all’apposito elenco ANAC, quale requisito obbligatorio per bandire le gare di lavori sopra i 500mila euro e quelle di servizi sopra i 140mila.
Ad oggi, come registra il report ANAC del 29 settembre 2023, risultano 3.138 le stazioni appaltanti qualificate nei primi tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e più di mille i Comuni che hanno ottenuto il via libera (1.019).
Numeri che confermano, spiega l’Autorità, il progressivo consolidamento del sistema, che diventerà indispensabile per le stazioni appaltanti per potere operare dal 1° gennaio 2024, quando entrerà a pieno regime – salvo variazioni ad esempio nel Milleproroghe - il sistema di e-procurement, con una completa digitalizzazione degli appalti.
Come si legge nel report ANAC, a fine settembre erano 2.613 le stazioni appaltanti qualificate, cui vanno aggiunti altri 526 soggetti qualificati con riserva, grazie all’abilitazione di diritto concessa a unioni di comuni, province, città metropolitane, comuni capoluogo di provincia e regioni fino al 30 giugno 2023.
Il commento di ANAC
I numeri potrebbero sembrare bassi, ma secondo il Presidente dell'ANAC, Giuseppe Busìa, le cifre sono accettabili, considerato che molte stazioni appaltanti non hanno avuto l’esigenza di richiedere subito la qualificazione. Ad esempio, hanno sicuramente influito le deroghe sugli appalti PNRR e la soglia prevista per i lavori, abbastanza elevata, dii 500mila euro, sopra la quale è necessario qualificarsi.
In ogni caso, sottolinea Busìa, il numero raggiunto finora di stazioni appaltanti qualificate è ragionevole e realistico, così come altrettanto ragionevolmente le SA capiranno che appoggiarsi a chi è più forte e qualificato per fare acquisti significa maggiore efficienza nell’azione amministrativa, in quella che definisce “una rivoluzione culturale che renderà l’Italia più moderna, di livello europeo, efficiente e in grado di fare in fretta e bene le gare e gli appalti”.
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