Ricostruzione post-calamità: ok alle modifiche sul codice della protezione civile

di Redazione tecnica - 22/06/2023

È positivo il parere dei professionisti tecnici in relazione alle modifiche sul codice della protezione civile e alla delega al Governo per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo.

Riforma normativa gestione post calamità: il parere della RPT

La conferma arriva dalla stessa Rete delle Professioni Tecniche, nel corso dell’audizione dello scorso 15 giugno in VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, nell’ambito delle proposte di legge “Modifiche al codice della protezione civile, di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e altre norme in materia di gestione delle emergenze di rilievo nazionale e per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo nazionale” (C. 589, Trancassini ed altri) e “Deleghe al Governo per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo (C.647, Braga).

Secondo la RPT è stata finalmente formulata una normativa chiara e specifica per disciplinare le attività post calamità, che colma un vuoto che si ripercuote sulla rapidità degli interventi del legislatore e sul lavoro dei commissari nominati in occasione dell’emergenza, che si ritrovano, a loro volta, in difficoltà nell’organizzazione delle strutture operative di supporto.

La richiesta è quella di modificare il Codice di protezione civile, rendendo gli Ordini professionali strutture operative e non solo più come strutture concorrenti. In questo modo il sistema sarebbe più efficiente e sarebbe consentita la partecipazione e collaborazione dei professionisti tecnici, competenti nel campo della sicurezza delle costruzioni e del territorio.

Finora è stata proprio l’assenza di una legislazione chiara a causare quello che RPT definisce come “un corto circuito per la definizione dei rapporti con gli enti locali e con i diversi operatori nelle fasi di ricostruzione, tra cui in particolare le rappresentanze dei professionisti tecnici”.

Un altro aspetto positivo è il riconoscimento di una indennità “una tantum” ai lavoratori autonomi danneggiati dall’evento catastrofico. Sul punto, si richiede la creazione di un tavolo di lavoro con le rappresentanze delle categorie “per definire le modalità di avvio delle attività necessarie per la ricostruzione, nonché l’entità del ristoro previsto dalla norma”.

Piano di prevenzione sismica e del richio idrogeologico

Accanto alle osservazioni positive, il ritorno a una richiesta sollevata già più volte: l’opportunità di adottare tutte le misure previste dal Piano di Prevenzione Sismica, presentato dalle stesse categorie oltre 10 anni fa in occasione del Professional Day.

Un piano – sottolinea RPT - più volte aggiornato e migliorato, mai adeguatamente considerato dalle istituzioni, tanto che ad oggi oltre 4 milioni di edifici in Italia, cifra che raddoppia se si considerano le prime tre aree di rischio, sono collocati nelle aree a maggiore rischio sismico.

È quindi indispensabile metterne in atto tutte le misure, che vanno dall’obbligo della classificazione del rischio sismico, secondo il DM n. 65/2017, a quello che deve definire il fascicolo digitale della costruzione fino all’obbligo di un’assicurazione sui danni procurati agli edifici dagli eventi sismici.

Infine, anche alla luce dei recenti eventi in Emilia Romagna, è stata sottolineata ancora una volta l’urgenza di attuare un piano pluriennale contro il rischio idrogeologico. Tra le azioni e gli interventi mediante i quali contribuire a una corretta gestione del rischio idrogeologico, si segnalano: l’aggiornamento e l’approfondimento continuo dei piani di assetto idrogeologico e di gestione delle alluvioni; l’adeguamento della pianificazione urbanistica comunale; la redazione ed attuazione dei piani di Protezione Civile, l’informazione alla cittadinanza e infine l’istituzione dei presidi territoriali.

 



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