Riforma del Codice Appalti: l'audizione ANCE
di Redazione tecnica - 21/04/2022
Tra le audizioni alla Camera nell'ambito dell'esame del DDL "Delega al Governo in materia di contratti pubblici” (DDL 3514/C), si è svolta presso la Commissione Ambiente quella di ANCE, rappresentata dal vicepresidente Edoardo Bianchi.
DDL Contratti Pubblici: l'audizione ANCE
L'intervento dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili è stato occasione per ricordare come nel settore dei lavori pubblici si sia assistito, da oltre 15 anni, ad una fortissima contrazione degli investimenti, insieme a una politica industriale assente in tema di rilancio degli investimenti infrastrutturali, con buona pace del comparto delle costruzioni.
Proprio per questo il PNRR rappresenta un’occasione unica per traghettare il Paese verso la crescita e la modernità, dove il “peso delle riforme” è addirittura superiore al “peso degli investimenti”. Come ha sottolineato Bianchi, in questo processo, il settore delle costruzioni ricopre un ruolo prioritario, rappresentando quel “debito buono” che potrà gettare le basi per una crescita duratura e finalizzata agli obiettivi della sostenibilità e della transizione verde. Il tutto però a fronte di un indispensabile “cambio di passo”, con la riorganizzazione del settore in maniera più snella e organica, a partire anzitutto dalla normativa, definendo una disciplina in linea con l’Europa.
ANCE: riforma Codice degli Appalti è indispensabile
La riforma del Codice dei Contratti Pubblici è quindi fondamentale, considerato il suo fallimento ab origine, testimoniato da alcuni passaggi che si sono verificati dalla sua entrata in vigore nel 20216:
- disapplicazione delle sue disposizioni in favore di una serie di norme extravaganti, quali alcuni stralci del Codice “De Lise”, o anche intere parti del previgente regolamento di attuazione – di cui al D.P.R. n. 207/2010 – per giungere, in attesa del nuovo regolamento attuativo, alle diverse linee guida ANAC sinora adottate;
- due interventi normativi profondi – rappresentati dal primo decreto correttivo n. 56/2017 e dal Dl Sblocca cantieri n. 32/2019 – che ne hanno completamente rivisto e/o sospeso gli aspetti fondamentali, a riprova dell’intrinseca irrealizzabilità e/o dell’erroneità di alcune scelte fatte;
- creazione di un sistema normativo “in deroga” fino al 31 dicembre 2021 con il DL Semplificazioni n. 76/2020; termine poi prorogato dal DL Semplificazioni “bis” n. 77/2021 fino al 2023, con l’aggiunta di procedure derogatorie ad hoc per gli affidamenti del PNRR; il tutto, accompagnato dalla nomina di nuovi commissari “Sbloccacantieri”, dotati di “super poteri”.
Secondo ANCE, è necessario prevedere una nuova legge sui contratti pubblici, più snella e maggiormente equilibrata dell’attuale Codice degli Appalti, contenente le regole e i principi comuni per lavori, servizi e forniture, e un nuovo Regolamento attuativo, espressamente dedicato ai lavori pubblici, distinto da servizi e forniture, in cui recepire anche talune norme comunitarie. L’esperienza della “soft law” infatti è stata fallimentare, con la creazione di un quadro normativo disomogeneo, non coordinato, in continuo divenire, incapace di dare certezza agli operatori del mercato.
Nuovo Codice dei Contratti: le proposte di ANCE
Il Vicepresidente, dopo aver sottolineato i punti di forza della legge delega, ha quindi rilevato che i criteri di delega andrebbero integrati con una serie di ulteriori principi, tra cui:
- emanazione di un nuovo Regolamento attuativo, espressamente dedicato ai lavori pubblici, distinto da servizi e forniture, in cui recepire anche talune norme comunitarie;
- adozione di regolamenti attuativi distinti – uno per i lavori ed un altro per servizi e forniture – che tengano in considerazione le peculiarità delle diverse tipologie contrattuali;
- razionalizzazione e semplificazione delle cause di esclusione, al fine di rendere le regole di partecipazione chiare e certe, individuando le fattispecie che configurano l’illecito professionale;
- predisposizione nuova disciplina per concessioni autostradali “senza gara”;
- previsione di un regime obbligatorio di revisione prezzi, per garantire in generale la sostenibilità dei contratti durante tutta la fase di esecuzione;
- potenziamento degli strumenti di ADR;
- revisione del sistema di qualificazione imprese;
- semplificazione delle cd. “procedure a monte della gara”.
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