Riforma Codice dei contratti, parere negativo da Fondazione Inarcassa

di Gianluca Oreto - 26/05/2022

Un vecchio proverbio inglese recita "If you pay peanuts, you get monkeys" che tradotto in italiano significa "Se paghi noccioline, attirerai scimmie". Mai come negli ultimi anni queste parole hanno cominciato ad assumere contorni sempre più sfumati in un contesto italiano in cui si sta facendo largo l'idea che si possa lavorare gratis, come gratificazione personale.

Riforma codice dei contratti: via libera alle prestazioni gratuite

E mentre quest'idea è sempre stata frutto di particolari bandi pubblicati da molti enti pubblici che riconoscevano il guadagno di immagine come onorario di una prestazione e dopo alcune pallide sentenze del Consiglio di Stato, nei prossimi mesi il lavoro gratis potrà essere previsto all'interno del futuro codice dei contratti che sostituirà l'attuale Decreto Legislativo n. 50/2016.

Uno dei principi direttivi contenuto nel disegno di legge che delegherà il Governo alla riforma della normativa sui lavori pubblici prevede, infatti, la possibilità in casi eccezionali e previa adeguata motivazione di prevedere bandi di progettazione con prestazione gratuita.

Il commento di Fondazione Inarcassa

Ne ho parlato con il Presidente di Fondazione Inarcassa, Franco Fietta che sulla delega approvata dalla Camera ha affermato "Sul disegno di legge delega in materia di contratti pubblici abbiamo espresso un parere sostanzialmente negativo. Lo abbiamo fatto subito dopo l’approvazione del testo al Senato in prima lettura. Ci sono buone ragioni, purtroppo, per ribadire lo stesso giudizio anche dopo il passaggio del provvedimento a Montecitorio".

Secondo Fietta "Su questo provvedimento registriamo una compattezza inaspettata da parte del Parlamento. Sono molte le scelte che non ci convincono e che, purtroppo, avranno una ricaduta pesante sulla vita di migliaia di liberi professionisti architetti e ingegneri. La Fondazione Inarcassa è stata audita ad ottobre scorso in Commissione lavori pubblici del Senato. Avevamo presentato una serie di proposte e tracciato un percorso concreto di semplificazione delle procedure. Il nostro auspicio era che il Parlamento, nella scrittura del provvedimento, non perdesse mai di vista il criterio della qualità del progetto. E invece, dopo i primi due passaggi parlamentari, resta confermata la possibilità che siano ridotti i livelli di progettazione".

Qualità progettuale a rischio

Non vi è dubbio che prevedere prestazioni a titolo gratuito potrebbe avere un duplice effetto: da una parte ridurre la qualità dei progetti, dall'altra (peggio ancora) generare fenomeni corruttivi.

Sul primo effetto è d'accordo il Presidente Fietta che afferma "Una soluzione che, a nostro giudizio, può compromettere la qualità della progettazione e, di conseguenza, anche la sicurezza stessa dell’opera finale. Nessuna marcia indietro neanche sull’appalto integrato che, consentendo l’affidamento dei servizi di progettazione e l’esecuzione dei lavori in capo al medesimo soggetto, di fatto, cancella l’indipendenza e terzietà del progettista rispetto all’esecutore".

Prestazioni gratuite vs Equo compenso

Il Presidente Fietta ricorda pure che la disposizioni andrebbe contro la proposta di legge sull'equo compenso di cui si discute in Parlamento. "È un provvedimento che complessivamente centralizza e burocratizza la gestione dei contratti pubblici. Ma c’è dell’altro. Il disegno di legge delega nasconde un evidente paradosso. Mentre, infatti, la Commissione giustizia del Senato è impegnata a risolvere un’impasse tra le forze politiche sulla proposta di legge in materia di equo compenso, l’altro ramo del Parlamento si affrettava a inserire nella delega ai contratti pubblici una modifica che vieta le prestazioni gratuite delle attività professionali, salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione. La nostra mission istituzionale ci impone ad essere molto attenti e vigili sui decreti che saranno adottati anche, e soprattutto, in relazione al tema delle prestazioni professionali".

Incarichi a titolo gratuito da motivare

"La Pubblica Amministrazione - continua Fietta - prima di affidare un incarico a titolo gratuito dovrà, quindi, ben motivare la sua scelta e questo è senz’altro un elemento di garanzia per i liberi professionisti. Allo stesso tempo, preoccupa che il Parlamento non abbia escluso tout court gli affidamenti degli incarichi a titolo gratuito. Come ha ben fatto notare sulle colonne del suo giornale, per avvalorare questa disposizione, il Dossier predisposto dalla Camera ricorda la sentenza del Consiglio di Stato n. 7442 del 2021 sulla quale non abbiamo fatto mancare le nostre osservazioni. In audizione in Commissione giustizia del Senato nell’ambito disegno di legge in materia di equo compenso a novembre scorso, la Fondazione Inarcassa ha ricordato quella sentenza del Consiglio di Stato che, in sostanza, legittima gli affidamenti degli incarichi a titolo gratuito nella misura in cui essi garantirebbero un “ritorno” in termini di prestigio personale che il professionista ottiene prestando parte del proprio tempo e lavoro alla cosa pubblica. Il giudizio del massimo organo di giustizia amministrativa resta per noi inaccettabile perché vuole far passare il messaggio per cui ciò che conta siano la gratificazione e la soddisfazione personale del servizio prestato alla cosa pubblica. I giudici di Palazzo Spada, a nostro parere, dimenticano che il libero professionista, alla pari di ogni altro lavoratore, ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, come ci ricorda l’art. 36 della Costituzione. Del resto, non va mai sottovalutato che parte dei compensi dei liberi professionisti sono impiegati nei programmi di aggiornamento e formazione continua, fondamentali per essere competitivi sui mercati di riferimento sempre più internazionali, nonché nella stipulazione delle polizze, obbligatorie per legge, e per il versamento dei contributi previdenziali".

"Sul tema delle prestazioni gratuite e, più in generale, dell’equo compenso - conclude il Presidente di Fondazione Inarcassa - ci saremmo aspettati scelte più coraggiose da parte del legislatore. Anche qui non sono mancate le nostre proposte. Una prima, volta a imporre il divieto alle stazioni appaltanti di ricorrere agli affidamenti degli incarichi professionali a titolo gratuito; l’altra, finalizzata ad assicurare da parte delle stazioni appaltanti il corretto utilizzo dei criteri di cui ai decreti ministeriali di riferimento nella determinazione dei corrispettivi professionali, in osservanza del principio dell’equo compenso stabilito dalla legge”.



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