Riforma Codice dei contratti: RPT in audizione alla Camera

di Redazione tecnica - 15/04/2022

Mentre il Parlamento è al lavoro su più tavoli per la conversione di importanti decreti legge che avranno un serio impatto su molti settori, in 8Commissione alla Camera dei Deputati entra nel vivo la definizione del testo di legge che delegherà il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la riforma del codice dei contratti pubblici.

La riforma della riforma del codice dei contratti pubblici

Una nuova riforma delle regole sui contratti pubblici nata per rimediare all'errore del legislatore commesso nel 2016 con la definizione del noto Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 che, con l'obiettivo di rivedere il principio duale "Codice-Regolamento di attuazione" che da anni veniva utilizzato, ha esploso la normativa in tanti piccoli provvedimenti attuativi, vincolanti e non, alcuni dei quali pubblicati e altri di cui si attende ancora, che hanno generato solo incertezza e difficoltà applicative.

Scelte sbagliata col senno di poi e che, dopo alcuni tentativi di modifica, ha condotto verso un nuovo progetto, in linea con le esigenze nate a seguito del PNRR.

La delega al Governo e le audizioni in 8ª Commissione Ambiente, Territorio, Lavori pubblici

Continua il ciclo di audizioni in 8ª Commissione Ambiente, Territorio, Lavori pubblici della Camera dei Deputati, tra la quale quella della Rete Professioni Tecniche (RPT) che ha condiviso la scelta di un nuovo progetto di riforma poiché considera primaria la necessità di adeguare il settore dei contratti pubblici all’evoluzione della giurisprudenza nazionale ed eurocomunitaria e soprattutto alle recenti esigenze di semplificazione e accelerazione delle procedure.

La RPT, rilevando le criticità dell'attuale quadro normativo di riferimento per i contratti pubblici, condivide pure lo scopo della delega, ovvero garantire alla disciplina codicistica semplicità e chiarezza, limitando l’eccessivo ricorso alla normativa regolamentare.

Alcuni dei principi contenuti nell'attuale versione del disegno di legge delega conterrebbero inoltre molte delle osservazioni rappresentate dalla RPT, tra le quali:

  • il divieto di gold plating e la stretta aderenza alle direttive europee mediante introduzione o mantenimento di livelli di regolazione minimi previsti dalle direttive;
  • la ridefinizione della qualificazione delle stazioni appaltanti mirando alla riduzione numerica delle stesse mediante incentivi all’utilizzo di centrali di committenza;
  • la semplificazione delle procedure sottosoglia;
  • la semplificazione normativa in merito a programmazione e localizzazione delle opere, nonché del dibattito pubblico;
  • la semplificazione delle procedure di approvazione dei progetti per opere pubbliche attraverso lo snellimento dei livelli di progettazione e la razionalizzazione della composizione dell’attività del CSLP;
  • la semplificazione del sistema di qualificazione generale degli operatori, valorizzando competenze tecniche e professionali;
  • l'individuazione di ipotesi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere ad automatismo nella valutazione delle offerte ai fini dell’utilizzo del criterio del prezzo più basso;
  • la definizione dell’affidamento congiunto della progettazione ed esecuzione lavori;
  • l'estensione di metodi di risoluzione alternative delle controversie, anche in fase esecutiva.

Richieste di modifica

Una buona base che secondo la RPT necessiterebbe di modifiche e miglioramenti per cui sono stati presentati una serie di emendamenti che mirano al raggiungimento di obiettivi specifici:

  • l’affermazione della centralità del progetto che contribuisca alla riduzione di tempi e costi per la realizzazione delle opere;
  • la semplificazione ed armonizzazione delle norme in materia di affidamenti appalti pubblici e concessioni che preveda:
    • l'introduzione all'interno del codice dei contratti di una disciplina specifica relativa ai servizi di architettura e ingegneria;
    • la valorizzare la qualità del progetto e la contestuale autonomia del progettista rispetto all’impresa esecutrice lavori;
    • la definizione di casi in cui è possibile ricorrere all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, limitando il ricorso all’appalto integrato ai soli casi in cui può essere utile l’apporto dell’impresa nella fase progettuale esecutiva, limitandone il ricorso a lavori caratterizzati da notevole e complesso contenuto tecnologico il cui valore superi il 70% dell'importo totale dell'opera;
    • la promozione di procedure di selezione per l’affidamento dei Sia e di altri servizi tecnici che puntino non più su elementi quantitativi come la riduzione del tempo e del prezzo;
    • l’istituzione di un fondo per le fasi preliminari alla progettazione, i successivi livelli di progettazione e il controllo dell'opera;
    • l'inserimento di misure tese a contenere il ricorso alle varianti del progetto in corso d’opera;
  • l'eliminazione di ogni forma di regolamentazione superiore ai livelli minimi previsti dalle direttive europee;
  • la razionalizzare il quadro normativo in materia di appalti pubblici e concessioni, con spiccato riferimento alle procedure sottosoglia;
  • lo snellimento delle procedure per l’accesso ai finanziamenti, al fine di promuovere la più ampia partecipazione delle PPAA ai bandi, consentendo l’ammissione ai finanziamenti con il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica;
  • l'obbligo di utilizzare i professionisti ordinistici nell’emissione dei pareri sui progetti, nella logica della sussidiarietà.

Il contenzionso

Altro punto su cui si chiede maggiore attenzione è la riduzione del contenzioso amministrativo, sul quale gli emendamenti della RPT si propongono di:

  • prevedere nella realizzazione del quadro normativo delle procedure di affidamenti di appalti pubblici e concessioni l’impossibilità di ritardare o rinviare la stipula del contratto e di sospendere l’esecuzione delle opere, fatta eccezione per motivi legati a norme penali ed antimafia;
  • estendere ai contratti di appalti e concessioni sotto soglia fino a 1 milione di euro l’obbligo della costituzione del collegio consultivo tecnico anche in fase antecedente alla esecuzione del contratto come strumento istituito con funzioni di assistenza per la rapida risoluzione delle controversie o delle dispute tecniche di ogni natura suscettibili di insorgere nel corso dell’esecuzione del contratto stesso.

La qualificazione degli operatori economici

Per concludere, la Rete delle Professioni Tecniche chiede una maggiore apertura del mercato, attraverso le seguenti direzioni di intervento:

  • prevedere nella revisione del sistema di qualificazione degli operatori economici l’eliminazione di requisiti di qualsiasi natura che si basano su limitazioni temporali;
  • migliorare le condizioni di accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni degli operatori economici di piccole e medie dimensioni evitando il ricorso ad ingiustificati requisiti quantitativi e promuovendo la divisione in lotti funzionali e prestazionali.

Queste le modifiche che la RPT ritiene necessarie e che si augura possano essere acquisite, al fine di rendere più efficace la realizzazione delle opere pubbliche.



© Riproduzione riservata