Riforma Codice dei contratti: RPT in audizione alla Camera

di Redazione tecnica - 30/01/2023

Proseguono presso la Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati le audizioni dei soggetti interessati alla riforma del Codice dei contratti che dovrà portare alla formulazione di un parere entro l'8 febbraio 2023 e alla definizione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo Decreto Legislativo entro il 31 marzo 2023 (la sua entrata in vigore è uno degli aspetti su cui si discute maggiormente).

Riforma Codice dei contratti: le audizioni di oggi

Oggi si è tenuto un nuovo ciclo di audizioni informali dei rappresentanti di:

  • ore 9.50: UNITEL - Unione Nazionale Italiana dei Tecnici degli Enti locali
  • ore 10: Confcommercio
  • ore 10.10: Rete professioni tecniche (RPT)
  • ore 10.20: Confederazione italiana della piccola e media industria (Confapi)
  • ore 10.30: Unione Province d'Italia (UPI)
  • ore 10.40: FEDERBETON
  • ore 10.50: Unione SOA Italiane
  • ore 11: Associazione Nazionale Piccoli Comuni D'Italia (ANPCI)
  • ore 11.10: Confederazione nazionale artigiani (CNA)
  • ore 11.20: Confartigianato
  • ore 11.30: Confesercenti
  • ore 11.40: Consiglio nazionale Architetti
  • ore 11.50: Gruppo ASTM
  • ore 12: Confindustria

L'audizione della Rete delle Professioni Tecniche e del CNI

Tra queste audizioni, è stato ascoltata la Rete delle Professioni Tecniche che, com'è noto, è legata a doppio filo con il filo con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha affidato al nuovo Consigliere Domenico Condelli il compito di commentare i contenuti dell’audizione presso la Commissione Ambiente e Territorio.

Gli ingegneri - commenta Condelli - sostengono che il nuovo Codice dei Contratti, sebbene sia condivisibile nei principi ispiratori, contiene alcuni elementi che non funzionano e vanno corretti”.

Non è accettabile, ad esempio, il ricorso illimitato all’appalto integrato - aggiunge Condelli - Questo deve essere limitato alle progettazioni complesse caratterizzate da un alto contenuto tecnologico. In caso contrario verrà persa la centralità del progetto attualmente in capo alle stazioni appaltanti, che perseguono interessi pubblici. In linea col principio dell’equo compenso, inoltre, è necessario il richiamo ai servizi di architettura e ingegneria e, di conseguenza, all’obbligo di utilizzo dei parametri di riferimento per la determinazione degli importi da porre a gara. Bisogna dire, poi, che non è concepibile il subappalto dei servizi tecnici in quanto trattasi di prestazioni intellettuali".

"Risulta eccessiva - conclude - la richiesta dei requisiti di partecipazione che determina l’esclusione di molti professionisti dalle opere pubbliche. Per chiarire faccio un esempio. Una collega che deve partorire e resta lontana per un anno dalla professione è impossibilitata a partecipare ad un bando in quanto si prende in esame il fatturato dell’ultimo anno. Tutto questo non è accettabile”.



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