Sismabonus: variare la destinazione d’uso può salvare la detrazione
di Cristian Angeli - 13/09/2024
La mia società ha acquistato nel 2023 un edificio prima utilizzato come centro ricreativo (una sala parrocchiale), per ristrutturarlo e trasformarlo in un B&B.
Abbiamo avviato i lavori pochi mesi fa e ora stiamo correndo per completarne almeno una parte entro il 2024 per poter portare in detrazione le spese con Sismabonus.
Il fiscalista al quale ci siamo rivolti ha tuttavia sollevato il dubbio che, nel nostro caso, il Sismabonus non spetti perché, dice, spetta solo per lavori su edifici residenziali o produttivi, mentre quello in oggetto (in categoria catastale B/6) non è né l'una né l'altra cosa.
Chiedo cortesemente che tramite il Vostro esperto ci vengano forniti chiarimenti in tal senso, poiché per noi non accedere alla detrazione comporterebbe problemi finanziari.
L’Esperto risponde
Nel panorama dei bonus edilizi, le differenze tra l’uno e l’altro sono molte. Diversi sono gli interventi agevolabili, le percentuali, i plafond e i potenziali beneficiari. Ma soprattutto, alcuni bonus sono fruibili solo in relazione a interventi realizzati su immobili specifici.
Il caso più noto è quello del Superbonus, cui si può accedere purché l’immobile abbia destinazione residenziale, essendo altresì previste categorie catastali escluse.
La stessa “chiarezza”, purtroppo, non è invece rilevabile in relazione al Sismabonus. Per quanto, infatti, sia pacifico che la categoria catastale non rileva ai fini dell’accesso al Sismabonus, le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate non permettono di concludere che il bonus spetti per “tutti” gli immobili.
E così, nel caso di un edificio in categoria B/6 come quello descritto, i dubbi sono leciti, ma alcuni elementi evidenziati dalla prassi fiscale portano a individuare una strada che, se ben seguita, apre alla possibilità di fruire del Sismabonus.
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