Stop alla cessione del credito: allarme tra i liberi professionisti
di Redazione tecnica - 08/04/2022
Il paradosso del Superbonus. Mentre da una parte crescono le asseverazioni, pari a 139mila per un investimento di circa 24 miliardi di euro, dall’altra la crisi di liquidità di imprese e professionisti rischia di non trovare sbocchi dopo il cambio di passo sul meccanismo della cessione del credito.
Crediti non cedibili: l'allarme di Fondazione Inarcassa
Lo sottolinea ancora una volta Fondazione Inarcassa, facendo notare come alla capacità di recupero in termini di efficientamento energetico del patrimonio edilizio italiano non corrisponda una altrettanto efficace capacità remunerativa del sistema. Il Presidente della Fondazione Franco Fietta parla di interventi normativi maldestri, facendo chiaro riferimento alle modifiche sull meccanismo della cessione del credito.
Prima con il D.L. n. 4/2022 (Decreto Sostegni-Ter, convertito con la legge del 28 marzo 2022, n. 25), poi con il D.L. n. 13/2022 (confluito anche questo nella legge n. 25/2022), si è messo uno stop alla cessione infinita. Il credito d’imposta adesso può essere ceduto solo una volta, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo previsto dall’articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, oppure a società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo di cui all’articolo 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, oppure a imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209.
Ma c’è un problema, che rischia di assumere contorni drammatici: siamo a inizio aprile e quasi tutti gli istituti bancari hanno già comunicato alla propria clientela di aver esaurito il plafond previsto per l’acquisto dei crediti d’imposta o di essere in procinto di farlo e quindi hanno interrotto anche le operazioni in itinere.
Di conseguenza, spiega Fondazione Inarcassa, i professionisti non possono cedere i crediti d’imposta e soddisfare i propri fornitori. Situazione analoga si riscontra per le piccole imprese e a breve anche per quelle di maggiori dimensioni, che per ora usufruiscono ancora di trattamenti migliori.
Fietta: situazione inaccettabile per i professionisti
Secondo Fietta, “È una situazione che rischia di produrre effetti negativi a cascata per tutto il settore edile. I dati pubblicati da Enea sono certamente confortanti, continua, in quanto dimostrano che, dopo anni di campagne di sensibilizzazione abbiamo ottenuto una concreta attenzione da parte dei cittadini ai temi dell’efficientamento energetico. Ora però siamo nella inaccettabile situazione di avere sempre più ingegneri e architetti liberi professionisti con un monte di crediti acquisiti non cedibili sul mercato; agli altri chiediamo di valutare con estrema attenzione le nuove richieste di lavoro, in quanto anche per loro il rischio di rimanere con il cerino in mano –in questo caso rappresentato dal credito fiscale - è terribilmente elevato.
L’invito al Governo è quello di riflettere su quanto sta accadendo, per apportare con urgenza i giusti correttivi all’impianto normativo, con la previsione di almeno un’ultima cessione dei crediti d’imposta tra istituti bancari e privati, per allargare il mercato disponibile. Conclude Fietta: “Se tarderà ad arrivare un intervento del governo, i professionisti, ma anche le imprese e tutta la filiera dell’edilizia, saranno vittime involontarie di scelte governative ottuse”.
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