Strutture dehors: il Comune può stabilirne le caratteristiche

di Redazione tecnica - 04/11/2024

Se il Comune ha il potere di rilasciare i titoli edilizi e paesaggistici per la realizzazione di dehors su tutto il territorio comunale, allo stesso ente compete anche il potere di approvare un regolamento di carattere generale che ne disciplini le caratteristiche, per rendere più snello il procedimento autorizzatorio e per conformarle nell’ottica della c.d. “sicurezza urbana”, nell’accezione più moderna di miglioramento della vivibilità cittadina.

Installazione dehors: quali caratteristiche?

Sono questi i presupposti sui quali il Consiglio di Stato, con la sentenza del 23 ottobre 2024, n. 8474, ha respinto l’appello di una società di ristorazione che aveva impugnato il Regolamento Comunale per il rilascio di autorizzazioni per l’occupazione temporanea di suolo pubblico, privato e privato ad uso pubblico (dehors).

Già in primo grado il TAR aveva respinto le tesi della società appellante secondo cui:

  • il Regolamento avrebbe realizzato una surrettizia soppressione dei titoli autorizzativi e concessori in suo possesso, costringendola a rimuovere le strutture amovibili assentite con titoli pienamente validi ed efficaci, senza aver rispettato il principio di tipicità degli atti amministrativi, nonché il principio del legittimo affidamento;
  • il Regolamento sarebbe stato illegittimo, laddove lo stesso non vale solo per le nuove strutture o per il riposizionamento dei dehors dopo la scadenza dei titoli autorizzatori in corso;
  • il Comune avrebbe esercitato un potere di pianificazione a valenza estetica, urbanistico-edilizia e paesaggistica al di fuori degli appositi procedimenti previsti dalla legge senza modificare il P.R.G., né il Regolamento edilizio e senza attivare alcun confronto con i destinatari attraverso l’inoltro delle osservazioni;

Sulla questione, Palazzo Spada ha evidenziato come con il Regolamento l’amministrazione comunale abbia inteso:

  • fornire servizi per il turismo, migliorando le strutture in risposta alle richieste del mercato di una maggiore qualità delle strutture e delle aree di accoglienza, assicurando – nel contempo – il corretto assetto urbanistico, edilizio e paesaggistico del territorio, nel rispetto dei principi di sicurezza e di qualificazione dell’ambiente urbano;
  • riorganizzare le occupazioni di suolo pubblico con Dehors in piazze, strade, vie ed altri spazi pubblici, al fine di ottenere un completo riordino nel rispetto dei principi e valori storici, artistici, culturali, paesaggistici ed architettonici, specie dei luoghi di pregio ove essi spesso si collocano”

Inoltre il Regolamento ha suddiviso il territorio comunale in zone, assegnando a ciascuna una tipologia di dehors ammissibile, residuando solo un’area sottoposta a vincolo nella quale è richiesto il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica.

Il regolamento assicura il corretto assetto urbanistico e paesaggistico del territorio

Sul punto, spiegano i giudici, il Regolamento non ha la finalità di disciplinare il procedimento per il rilascio del titolo di occupazione di suolo pubblico e della relativa tassa, ma quella di assicurare il corretto assetto urbanistico, edilizio e paesaggistico del territorio, nel rispetto dei principi di sicurezza e di qualificazione dell’ambiente urbano, attraverso la riorganizzazione delle occupazioni di suolo pubblico con dehors in piazze, strade, vie ed altri spazi pubblici.

Pertanto, in questo caso legittimamente l’Ente comunale ha esercitato un potere di pianificazione a valenza estetica, urbanistico-edilizia e paesaggistica afferente il tessuto urbano, dal cui ambito non possono rimanere escluse le aree demaniali ricomprese nel territorio di riferimento, senza che ciò implichi alcuna interferenza con la validità ed efficacia delle concessioni demaniali.

Quindi se il Comune ha il potere di rilasciare i titoli edilizi e paesaggistici per la realizzazione delle strutture tipo dehors su tutto il territorio comunale, allo stesso ente compete anche il potere di approvare un regolamento di carattere generale che ne disciplini le caratteristiche, al fine di rendere più snello il procedimento autorizzatorio e di conformarle nell’ottica della c.d. “sicurezza urbana”, nell’accezione più moderna di miglioramento della vivibilità cittadina.

Conclude infine il Consiglio che non si può nemmeno dire che siano state violate le garanzie di partecipazione procedimentale e dell’onere motivazionale, considerato che si tratta di provvedimento a carattere generale preceduto da una adeguata ponderazione degli interessi incisi e che non ha alcun effetto individuale non avendo revocato, i precedenti provvedimenti, ma avendo solo prescritto l’adeguamento, in un termine congruo, delle strutture esistenti alle nuove regole, dettate uniformemente a tutela degli interessi paesaggistici e ambientali in area di particolare pregio.



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