Superbonus 110% e cessione del credito, il perché del blocco
di Redazione tecnica - 20/06/2022
Non accenna a spegnersi l’eco sull’analisi effettuata dal centro studi di CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, che ha messo in evidenza dati preoccupanti nel settore dell’edilizia, a causa del blocco della cessione dei crediti. Stallo che probabilmente è frutto del "mostro" creato dal sistema, andato oltre ogni aspettativa in termini di volumi di richieste e interventi.
Superbonus 110% e bonus edilizi, le cause del blocco
Nuova occasione per parlarne è stato il dibattito sul Superbonus 110% nella trasmissione ‘Sportello Italia’ di Radio 1, durante la quale Claudio Giovine, direttore della divisione economica e sociale della CNA, ha ribadito il rischio di possibile fallimento di ben 33mila imprese artigiane a causa delle frequenti modifiche normative e del blocco dell’acquisto dei crediti da parte degli istituti bancari e postali.
“Ci siamo sentiti in dovere di rendere esplicita la dimensione del dramma che stanno vivendo le migliaia di imprese che hanno lavorato per realizzare opere e che si sono fatte carico di anticipare il ‘contributo pubblico’, che va dal 20% al 110%, applicando lo sconto in fattura”, afferma Giovine.
Sul punto, Giovine ha sottolineato come di fatto, le imprese non abbiano incassato soldi “contando sulla possibilità, prevista dalle norme, di recuperare, attraverso una rete di intermediari finanziari o di altri soggetti, il fatturato non incassato”. Processo che invece, per una serie di interventi normativi che si sono susseguiti negli ultimi mesi, si è incagliato.
Giovine (CNA): sottovalutate le adesioni al Superbonus
Spiega Giovine: “Ciò si è verificato, in primo luogo, perché il volume delle attività svolte ha superato le aspettative che lo stesso governo e gli intermediari si erano posti. In effetti il Superbonus ha generato un effetto fortissimo: siamo passati da una media di 30 miliardi l’anno di lavori edili, a circa 65 miliardi nel 2021”.
Rimane perrò sempre il problema del mancato incasso, con circa 60mila imprese che faticano a cedere i crediti. Tra queste, quasi la metà ha dichiarato che, se non riuscisse in tempi brevi a svuotare il proprio cassetto fiscale, rischierebbe di chiudere. Non rimane quindi che ribadire la gravità della situazione: “In altre parole, sono a rischio fallimento più di 33mila imprese e più di 150mila lavoratori”, ha concluso Giovine.
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