Superbonus 110%, i crediti da cedere sfiorano gli 8 miliardi
di Redazione tecnica - 11/11/2022
Fanno riflettere, e non poco, gli ultimi dati diffusi da ENEA con il report del 31 ottobre 2022, soprattutto guardando all’enorme valenza strategica del Superbonus 110% nelle strategie di rilancio economico del Paese, di riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare e di contenimento del consumo energetico.
Superbonus 110% e cessione dei crediti: il commento di Federcepicostruzioni al report ENEA
Ne parla Federcepicostruzioni in un comunicato dai toni preoccupati, pensando alla cessione dei crediti, soprattutto dopo il “blocco” nell’acquisizione deciso da alcuni operatori bancari e creditizi: un sistema sull’orlo del collasso, con possibili, pesantissime conseguenze non solo sul comparto edile, ma sull’intero sistema economico. Come spiega il Presidente Antonio Lombardi, “Ci sono quasi 40.000 imprese con i cassetti fiscali pieni, per i crediti acquisiti col Superbonus 110%, ma le casse vuote per le difficoltà che ancora si registrano nella cessione dopo le incomprensibili limitazioni imposti alla filiera. Si stima ci siano almeno 8 miliardi di euro a cassetto ancora da cedere. Senza un intervento incisivo e risolutivo dello Stato, soprattutto attraverso l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti che potrebbe acquisire tali crediti incagliati nella filiera, si rischia il tracollo. Le conseguenze potrebbero davvero essere pesantissime: non solo per l’edilizia, ma per l’intero sistema economico”.
Superbonus 110%, un volano per l'economia e l'edilizia
Dati negativi che fanno da contraltare a quanto rilevato da ENEA: il Superbonus 110% funziona, ha mobilitato importanti investimenti ed ha prodotto benefici effetti sulla filiera edile, sull’economia nazionale e sull’occupazione.
In particolare, fino alla fine di ottobre in Italia si sono registrati i seguenti dati:
- 326.819 asseverazioni prodotte
- 55 miliardi di euro in investimenti ammessi a detrazione, dei
quali il 69,7% già conclusi, così suddivisi:
- 43,8% per condomini;
- 39,4% per edifici unifamiliari
- 16,8% per unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
L’investimento medio nei condomini è stato di quasi 600 mila euro, quello degli edifici unifamiliari di 113.467,37 euro, mentre per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti, l’investimento medio è stato di poco superiore ai 97 mila euro.
“I dati sono tanto più confortanti, nonostante le gravi e incomprensibili difficoltà evidenziate e l’onerosità nei meccanismi di cessione del credito”. commenta Lombardi. Il Presidente ha anche aggiunto come sia necessario un intervento dello Stato che consenta di rendere liquidi i crediti accumulati dalle imprese, e incagliati per le difficoltà nella cessione. “Occorre anche favorire l’accesso al credito da parte delle famiglie, con mutui specifici agevolati, soprattutto per i meno abbienti. È un obiettivo di enorme valenza strategica non solo per il comparto dell’edilizia, ma per l’economia tutta del nostro Paese, che sta traendo linfa vitale da questi interventi di ristrutturazione”.
Infine, il riferimento al PNRR. “L’Italia - spiega il presidente Lombardi - ha assunto l’impegno di efficientare 50mila edifici l’anno, per una superficie di oltre 20 milioni di mq”. In particolare, la Componente 3 della Misura 2 del Pnrr ha come obiettivi specifici proprio l’aumento dell’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato, lo stimolo agli investimenti locali, la creazione di posti di lavoro. Conclude Lombardi: “Il Pnrr prevede interventi di efficientamento energetico anche per edifici giudiziari e scolastici. Si tratta di prioritari e strategici per ridurre al minimo i consumi energetici e mettere in sicurezza un patrimonio edilizio particolarmente vetusto, insicuro ed energivoro”.
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