Superbonus 110%: grave errore non prorogarlo per le unifamiliari
di Pasquale Giugliano - 22/10/2021
Dalle prime indiscrezioni sembra che nel Documento programmatico di bilancio (Dpb), il documento che delinea la cornice della Legge di Bilancio 2022, approvato martedì 19 ottobre dal Consiglio dei Ministri presieduto da Mario Draghi, non sia prevista la proroga del SUPERBONUS 110, per le residenze unifamiliari e bifamiliari.
Stime ed analisi economiche in merito al superbonus 110%
Dalle stime fornite dal Centro Studi di Confindustria, l'applicazione del superbonus 110% avrebbe attivato, in due anni, 18,5 miliardi di spese con un impatto positivo sul PIL pari ad almeno l'1%; mentre dalla Fondazione studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, attraverso il presidente Armando Zambrano che ne chiede la proroga almeno al 2026 (con la conclusione del Pnrr), viene evidenziato che dal superbonus 110 ne deriva una occupazione aggiuntiva per oltre 153 mila posti di lavoro!
Anche il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Francesco Miceli, sostiene che il SUPERBONUS abbia certamente “consentito la ripresa del settore delle costruzioni colpito già dal 2008 da una profonda crisi strutturale che è stata fortemente aggravata dall'emergenza pandemica”, e continua : “serve, quindi, che, nel tempo, il Superbonus diventi una misura strutturale all'interno di nuove strategie, basate sulla rigenerazione urbana”.
Grave errore il mancato rinnovo del superbonus per le unifamiliari e bifamiliari
Il portavoce nazionale di FNAILP Federazione Nazionale Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti specializzato in bioarchitettura ed esperto in termica e detrazioni fiscali degli edifici, lancia un ulteriore grido di allarme:
“il depotenziamento del SUPERBONUS rappresenta un grave errore che produrrà enormi danni alla filiera delle costruzioni”
E CONTINUA
“Sarebbe uno sbaglio gravissimo escludere le abitazioni unifamiliari. La proroga del SUPERBONUS per le case unifamiliari e bifamiliari ormai è indispensabile, diversamente il Governo avrebbe provocato danni enormi alle famiglie, ai professionisti, alle imprese, agli artigiani, ai fornitori di materiali edili e tecnologici, e a tutto l'indotto economico che si è già attivato e ha già investito, in termini di lavoro, nuove assunzioni, spese, materiali, tecnologie, anticipazioni, formazione, aggiornamenti, etc.”.
Fa inoltre presente che “proprio dalle case UNIFAMILIARI e BIFAMILIARI deriva il maggior dispendio energetico e la maggior dispersione di CO2 nell’ambiente, ciò in virtù del loro caratteristico rapporto di forma S/V e pertanto la vera transizione ecologica, come prevista dalla Commissione Europea, non si potrebbe attuare in mancanza dell’efficientamento pieno di questa tipologia edilizia.”
Perché gli edifici unifamiliari consumano di più di quelli in condominio: che cos’è il rapporto o fattore di forma S/V di un edificio
Il rapporto di forma S/V, come specificato nel Dlg 311/06, esprime il valore di compattezza di un edificio e si ottiene dal rapporto tra la superficie disperdente (pareti perimetrali esterne, coperture, solai controterra) ed il volume climatizzato.
Un fattore di forma alto determina una maggiore dispersione di energia ed un fattore di forma basso ne determina una minore dispersione.
Il dispendio energetico o meglio lo scambio energetico tra l’ambiente esterno a diversa temperatura e quello interno, avviene, infatti, attraverso la superficie (S) dell’involucro perimetrale che racchiude il volume (V) riscaldato o raffrescato: più è estesa la superficie S maggiori sono le dispersioni termiche e quindi i consumi energetici e di conseguenza maggiore è il dispendio di co2 nell’ambiente.
È facile comprendere dunque che, a parità di morfologia costruttiva, (ad esempio un edificio a forma di parallelepipedo) il fattore di forma decresca all'aumentare delle dimensioni dell’edificio. La superficie infatti varia con il quadrato della sua dimensione [ m2 ] mentre il volume varia con il cubo [ m3 ].
Un fattore di forma inferiore si ottiene diminuendo l’estensione delle superfici a contatto con l’esterno e viceversa.
Confronto del fattore di forma (e quindi del consumo energetico) di un edificio unifamiliare indipendente e quello di un appartamento in condominio
Edificio unifamiliare indipendente ed appartamento in condomino
Come possiamo notare i flussi di calore che genera un edificio unifamiliare indipendente sono da 2 a 5 volte superiori a quelli che genera un appartamento in condominio; infatti il fattore di forma di una casa indipendente è pari a S/V = 6/a, mentre quello di un appartamento in posizione intermedia in condomìnio è pari a: S/V = 2/a o addirittura S/V = 1/a; ciò significa che una costruzione unifamiliare isolata, consuma come 4 o 5 appartamenti ubicati in un grande condominio! (naturalmente a parità di esposizione, zona climatica etc.)
Per riassumere quanto analiticamente considerato è lecito affermare che le strutture maggiormente energivore sono:
le costruzioni unifamiliari di piccole dimensioni, isolate ed autonome, ovvero proprio quelle elencate dal dall’art. 119 comma 1 lettera a e c del Dl 34/2020 per le quali non verrebbe prorogata la possibilità di accedere al SUPERBONUS.
Quali sono le altre considerazioni a farsi, cosa chiede la commissione europea
È ancora da considerare che la Commissione Europea ha fissato due grandi obiettivi da raggiungere entro il 2030:
- la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 55%;
- la produzione di energia rinnovabile pari ad almeno il 32% del fabbisogno energetico europeo;
e il SUPERBONUS 110% è il più importante stimolo per la concretizzazione di questi obiettivi imposti, per la produzione di energia pulita e rappresenta un acceleratore della transizione energetica ed ecologica teso a salvaguardare il nostro habitat e ad abbattere in modo significativo le emissioni, ma anche necessario al fine di permettere a milioni di famiglie di risparmiare sui costi dell’energia.
Considerazioni generali di ordine economico e sociale: il moltiplicatore keynesiano
Il Superbonus è stato pensato per attuare da un lato la riduzione delle emissioni inquinanti, dall'altro per generare risparmi annuali per le famiglie italiane, soprattutto per quelle a reddito medio – basso.
Il risparmio conseguente all’efficientamento energetico ottenuto con il SUPERBONUS 110% da una famiglia che vive in una abitazione UNIFAMILIARE - che può essere stimato da 1.500 a 2.500 a 3500 € l'anno -, contribuisce ad accrescere il PIL locale.
È noto che qualsiasi incremento del reddito o delle variabili che compongono il reddito delle famiglie, genera un "effetto moltiplicativo" sulla spesa. Il fenomeno è rappresentato dal "moltiplicatore keynesiano” [formula 1 / (1-c)] dove c è la percentuale del consumo rispetto al reddito.
Significa che, per una propensione marginale al consumo dello 0,8 (80%), il moltiplicatore assumerà un valore pari a 5, ovvero per intenderci per ogni 2000 euro risparmiate per una propensione al consumo dell’80% saranno immesse nel PIL locale 10.000 euro e questa spesa addizionale, provoca effetti a cascata nei redditi di più individui.
Sono da porre all’attenzione anche motivazioni di tipo economico - sociale.
I lavori di SUPERBONUS per i condomìni devono necessariamente essere affidati a grosse società, che hanno mezzi, uomini, risorse economiche e tecnologie per affrontare e terminare le lavorazioni nei tempi imposti dal cd decreto rilancio, pertanto dalla filiera lavorativa vengono escluse le piccole imprese e gli artigiani locali.
Per questi ultimi, l’unica speranza di poter lavorare risiede proprio nelle lavorazioni da effettuarsi nelle case unifamiliari, dove l’entità delle operazioni è alla loro portata.
Ecco quindi che il SUPERBONUS per le unifamiliari e bifamiliari stimola e contribuisce a dar lavoro alle piccole realtà locali che nei condomìni spesso sono tagliate fuori dai colossi, dai brand name, dai general contractor o dalle esco.
Alla luce delle osservazioni anzi espresse, anche la Federazione Nazionale degli Architetti ed Ingegneri Liberi Professionisti si accoda al grido di preoccupazione espresso dalle parti sociali e dagli stakeholders: rappresentanti, delegazioni, sindacati, associazioni di categoria e politiche e chiede al Governo di annettere alla proroga del SUPERBONUS, almeno per tutto il 2023, le case unifamiliari e bifamiliari, e aggiunge che sarebbe opportuno e moralmente corretto annettere al SUPERBONUS anche le abitazioni prive di sistema di riscaldamento fisso, rilevando il paradosso che attualmente sono ammesse le abitazioni di nuova costruzione con impianti a condensazione (per risparmiare si poteva ipotizzare di escludere gli edifici realizzati meno di 5 anni fa, ovvero quelli realizzati in ossequio all’applicazione del DI 26 giugno 2015, che detta i requisiti minimi energetici più avanzati e che pertanto non hanno certamente necessità del superbonus) , mentre non sono incluse le abitazioni di famiglie che sono costrette a riscaldarsi con stufetta a resistenza elettrica o a legna etc., ovvero riscaldate con tecnologia obsoleta e pericolosa che genera certamente un maggiore ed importante dispendio energetico oltre alla immissione nell’atmosfera di CO2 e polveri sottili.
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