Superbonus 110% pagabile anche nel 2023

di Redazione tecnica - 27/09/2023

Niente riclassificazione del superbonus per l’anno 2023. A stabilirlo è lo stesso Ente statistico europeo (Eurostat) in una nota inviata ad ISTAT, in cui ha fornito il suo parere sulla rilevazione statistica del Superbonus a seguito delle modifiche introdotte con il Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni).

Le modifiche del Decreto Cessioni

Ricordiamo che dopo l’aggiornamento del Manual on Government Deficit and Debt (MGDD) operato da Eurostat e subito prima la riclassificazione di ISTAT, il Governo italiano ha scelto una strada alternativa, decidendo di mettere la parola fine al meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito).

A partire dal 17 febbraio 2023, fatta qualche eccezione, in Italia non è più possibile utilizzare alcuna forma alternativa alla detrazione fiscale. Né quella più recente prevista dall’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), né quelle più datate che erano contenute negli articoli 14 e 16 del Decreto Legge n. 63/2013.

Una scelta radicale a cui è seguita una prima lettera di Eurostat inviata a ISTAT lo scorso 28 febbraio, in cui ha fatto il punto della situazione alla luce della pubblicazione del Decreto Cessioni. Preso atto dell’impatto del D.L. n. 11/2023, secondo Eurostat l'utilizzo diretto dei crediti d'imposta avrebbe prevalso sull'opzione di cessione. Per questo motivo il Superbonus 110%:

  • per gli anni dal 2020 al 2022 sarà registrato come credito "pagabile";
  • per il 2023 si sarebbe presa una decisione entro il 30 giugno sulla base dei dati comunicati da ISTAT.

Ricordiamo che il punto su cui si discute è la classificazione di questi crediti all’interno del Bilancio dello Stato. Si discute, quindi, se classificare il superbonus come credito:

  • pagabile - sono quelli per cui una obbligazione da parte del Governo deve essere riconosciuta all'inizio, cioè al momento dell'evento generatore che provoca la creazione del credito stesso;
  • non pagabile - sono quelli che non provocano una obbligazione immediata ma riducono le entrate fiscali in futuro.

l fatto che il superbonus possa essere classificato in un modo o in un altro non avrebbe comunque alcun effetto sul debito pubblico. Aspetto già chiarito da Luca Ascoli, direttore delle statistiche di finanza pubblica di Eurostat, durante un’audizione al Senato, in cui ha affermato:

"La pagabilità o non pagabilità del credito non ha alcuna influenza né sul debito dello Stato né sulla cifra finale totale da imputare come effetto sul deficit negli anni impattati da tal misura ma solamente sul profilo temporale dell'impatto sul deficit nel corso degli anni".

Volendo fare un esempio concreto, un credito pari a 100 euro da ripartire in 5 anni:

  • se viene classificato pagabile, allora andrà imputato nel Bilancio dello Stato interamente nell'anno 0 (in cui viene creato);
  • se viene classificato non pagabile, andrà "spalmato" sul Bilancio dello Stato sui 5 anni (20 euro ogni anno).

L'impatto complessivo sui 5 anni resterà sempre di 100 euro.

Ricordiamo, pure, che la pagabilità del credito secondo l’aggiornamento di Eurostat dipenderebbe dalla probabilità dello stesso di non essere "sprecato". Probabilità che dipenderebbe da tre caratteristiche:

  • la trasferibilità a terzi;
  • l'utilizzo differito nel tempo;
  • l'utilizzo in compensazione con altri debiti fiscali e contributivi.

La nuova decisione di Eurostat

Dopo aver ripercorso il quadro normativo di riferimento e le ultime modifiche apportate dal Decreto Cessioni, secondo Eurostat il superbonus andrà registrato ancora come credito pagabile anche per il 2023.

Per quanto riguarda la contabilizzazione del Superbonus maturato nel 2024, Eurostat ha già chiesto all'ISTAT un riesame al più tardi entro la fine del primo semestre 2024, tenuto conto dello sviluppo degli eventi, soprattutto relativamente alla questione dei crediti d’imposta incagliati e degli interventi che il Governo potrebbe intraprendere per risolvere il problema.

Eurostat sottolinea, infine, che sia quest’ultimo parere che quello di febbraio 2023 si basano sul presupposto che gli importi dei crediti d'imposta che alla fine andranno perduti si realizzeranno trascurabile (per i crediti d’imposta 2020-2023).

Ciò che andrebbe chiarito meglio è se la classificazione del Superbonus come “pagabile” abbia un impatto solo sul Bilancio e sul momento in cui imputarlo, oppure anche sulla condizione principale per cui un credito pagabile va anche rimborsato nel caso non si riesce ad utilizzare.

Un aspetto che al momento divide tutti e lascia un dubbio enorme che avrebbe davvero un impatto cruciale.



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