Superbonus 110% e sblocco dei crediti: cosa accadrà dopo il Decreto Aiuti?
di Gianluca Oreto - 23/07/2022
Negli ultimi mesi, soprattutto a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Aiuti e poi della conversione in legge, nel comparto dell'edilizia si era accesa la speranza che qualcosa potesse cambiare con lo sblocco della cessione dei crediti. Da qualche giorno, invece, si vive con l'ansia del futuro.
Superbonus 110%: cosa è successo con il Decreto Aiuti?
Ricordiamo, infatti, che con la conversione in legge sono stati previste due importanti modifiche che riguardano:
- il superbonus 110%, con la proroga per le unifamiliari;
- le opzioni alternative alla detrazione fiscale, con la nuova possibilità che le banche cedano i crediti ai loro correntisti business (professionisti, imprese, partite IVA).
Due novità che, in realtà, sono state accolte in modo "freddo" da chi da mesi attende quei cambiamenti che gli consentano di cedere il credito indiretto maturato a seguito di sconto in fattura. Le nuove possibilità previste per le banche, infatti, potranno essere applicate solo agli sconti o cessioni comunicate sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate a partire dall'1 maggio 2022.
Cosa significa? Che come sempre restano in vigore (almeno fino al 30 aprile 2022) i regimi transitori generati dai Decreti Legge che hanno modificato la cessione del credito. Sconti e cessioni inviati all'Agenzia delle Entrate prima dell'1 maggio 2022 seguiranno le loro regole transitorie mentre quelle nuove del Decreto Aiuti si applicheranno non dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta della legge di conversione del Decreto Aiuti (16 luglio 2022) ma, come prevede l'art. 57, comma 3, dall'1 maggio 2022.
Da verificare se le nuove possibilità consentiranno alle banche di destinare un plafond aggiuntivo per l'acquisto dei crediti fiscali (qualcuno li dovrà acquistare e al momento la fiducia su queste misure è molto al ribasso) e se questi saranno utilizzati per sbloccare anche i crediti incagliati sulla piattaforma dell'Agenzia delle Entrate da gennaio 2022.
Superbonus 110%: cosa accadrà dopo il Decreto Aiuti?
Come scritto in premessa, fino alla conversione del Decreto Aiuti tutti continuavamo ad essere animati da un senso di speranza che alla fine il Governo si rendesse conto dell'errore e potesse risolvere il problema da lui stesso creato. Con le dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi e del suo Governo, e con lo scioglimento delle camera la situazione diventa molto più complessa.
Si riuscirà a trovare una soluzione al blocco dei crediti edilizi nel più breve tempo possibile? La risposta non è semplice. Prima è necessario comprendere quali siano le reali possibilità legislative che residuano ad un Governo dimissionario e un Parlamento sciolto.
In realtà occorre considerare che come riportato nella stessa nota del Quirinale "il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti". Stessa cosa può dirsi del Parlamento che, pur essendo delegittimato rispetto ad uno nel pieno delle sue funzioni, può continuare ad operare dando precedenza (per questioni di opportunità temporali) alla conversione in legge dei provvedimenti d'urgenza del Governo.
Per il Parlamento stop, quindi, a progetti e disegni di legge. Uno stop che, in realtà, è già in atto da molto tempo visto che negli ultimi mesi (anni), il Parlamento si occupa prevalentemente (fatta esclusione della legge di Bilancio) di convertire in legge i Decreti Legge emanati dal Governo.
Superbonus 110% e sblocco dei crediti: modifiche possibili
Ciò premesso e in considerazione che le elezioni sono state indette per il 25 settembre 2022, volendo rispondere a parte della domanda "Si riuscirà a trovare una soluzione al blocco dei crediti edilizi nel più breve tempo possibile?" si può affermare che le possibilità ci sono.
A questo punto, per completare la risposta alla domanda, è necessario fare delle ipotesi che riguardano la reale voglia del Governo di risolvere il problema. Ipotesi che possono partire dalle ultime comunicazioni del Presidente del Consiglio Draghi alla Camera dei Deputati:
- di mattina "Per quanto riguarda le misure per l’efficientamento energetico e più in generale i bonus per l’edilizia intendiamo affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, ma al contempo ridurre la generosità dei contributi";
- nel pomeriggio "Voi sapete cosa ho sempre pensato il problema non è il superbonus ma il meccanismo di cessione. Chi ha disegnato quel meccanismo senza discrimine e senza discernimento è colpevole di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora, bisogna riparare al malfatto, bisogna far uscire dal pasticcio quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà".
Le ipotesi che scaturiscono da queste affermazioni passano da un Decreto Legge emanato d'urgenza che prevede:
- l'abrogazione dell'art. 57, comma 3 del Decreto Aiuti, in modo da verificare se le nuove aperture sortiscano degli effetti sul blocco dei crediti fiscali;
- la proroga orizzonte temporale per tutti i soggetti beneficiari ma con aliquote crescenti e con vincolo di utilizzo del bonus sulla prima casa.
Concludo ricordando che, benché le parole del Presidente Draghi assegnino le responsabilità ad altri, l'attenta analisi dell'evoluzione normativa del Decreto Rilancio è schiacciate. 3 provvedimenti di modifica al Decreto Rilancio arrivati dal Governo Conte, in carica 8 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta della legge di conversione del Decreto Rilancio, 15 arrivati dal Governo Draghi in carica dal 13 febbraio 2021 (oltre 17 mesi).
Arrivati a questo punto, però, non interessa più a nessuno conoscere le responsabilità, mentre risulta più urgente trovare soluzioni che possano togliere dal guado il comparto delle costruzioni. E non interessa a nessuno sapere che queste stesse soluzioni potrebbero essere usate politicamente per chiudere il mandato mostrando agli italiani quanto competente sia stato questo Governo a risolvere i problemi generati dal precedente. L'importante è trovare al più presto una soluzione, ricordando il famoso proverbio "mentre il dottore studia, il paziente muore".
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