Superbonus 110% e unifamiliari, non è la proroga che farà ripartire i lavori
di Gianluca Oreto - 22/03/2023
Mentre continua il tam tam di notizie che riguardano la legge di conversione del Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto blocca cessioni), il comparto delle costruzioni si trova a dover affrontare uno dei tanti problemi che ci accompagneranno nelle prossime settimane se non addirittura nei prossimi mesi: la scadenza prevista per l'utilizzo del superbonus 110% sulle unifamiliari.
Superbonus 110% e unifamiliari
La normativa vigente (art. 119, comma 8-bis del D.L. n. 34/2020, c.d. Decreto Rilancio) consente l'utilizzo del superbonus 110% sulle spese sostenute entro il 31 marzo 2023 per interventi realizzati da persone fisiche su edifici unifamiliari oppure unità immobiliari con accesso autonomo che al 30 settembre 2022 avevano già concluso e certificato il 30% dei lavori complessivi.
Per questa tipologia di beneficiari (art. 119, comma 9, lettera b) del Decreto Rilancio), nel caso non si fosse completato e certificato il 30% dei lavori complessivi entro il 30 settembre 2022, il superbonus 110% è terminato il 30 giugno 2022.
Il 30 giugno 2022 è, infatti, l'originaria scadenza che era stata prevista per questa tipologia di soggetto beneficiario. Le problematiche inerenti il blocco della cessione hanno portato il legislatore a diverse proroghe:
- una prima volta è stato previsto che gli interventi che al 30 giugno 2022 avessero completato il 30% dei lavori, avrebbero avuto tempo fino al 30 settembre 2022 per portare in detrazione le spese;
- poi fu previsto (con un disallineamento temporale da veri professionisti della normativa) che, mantenendo la scadenza al 30 giugno 2022, chi avesse completato il 30% dei lavori al 30 settembre 2022, avrebbe avuto tempo fino al 31 dicembre 2022 per portare in detrazione le spese;
- infine, coscienti che nel corso del 2022 nessun intervento normativo è riuscito a riaprire la cessione del credito, con il Decreto Aiuti-quater è stato prorogato il 31 dicembre 2022 al 31 marzo 2023.
Le motivazioni della proroga
Le successive proroghe sono state ispirate da un'unica motivazione: il blocco della cessione ha generato anche quello della liquidità necessaria per proseguire con l'esecuzione dei cantieri.
Molti cantieri erano stati, infatti, avviati contando sulla cessione a SAL che avrebbe consentito il finanziamento delle opere. Bloccata la cessione è venuta a mancare liquidità e, quindi, i cantieri si sono bloccati.
Ed è proprio per questo che una nuova proroga, non accompagnata a qualche misura che sblocchi davvero gli acquisti dei crediti rimasti incagliati, non produrrà alcun effetto a parte quello di prolungare l'agonia di chi al momento ha davanti le seguenti scadenze:
- 24 marzo 2023, ultima data utile per procedere con l'asseverazione Enea delle spese sostenute nel 2022 per gli interventi di riqualificazione energetica, necessaria per la comunicazione all'Agenzia delle Entrate dell'utilizzo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito);
- 31 marzo 2023, attuale scadenza prevista sia per l'utilizzo del superbonus 110% sulle unifamiliari, che per procedere con la comunicazione all'Agenzia delle Entrate dell'utilizzo delle opzioni alternative delle spese sostenute nel 2022.
Una possibile soluzione
Al momento l'unica soluzione immediata per far ripartire il comparto dovrebbe essere la pubblicazione di un nuovo Decreto Legge che:
- preveda una proroga al 31 dicembre 2023 per l'utilizzo del superbonus sulle unifamiliari (proroga che, ricordiamo, non apre a nessun nuovo intervento visto che dopo il 30% al 30 settembre 2022 chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori)
- proroga (almeno) al 30 giugno 2023 per procedere alla comunicazione delle opzioni alternative all'Agenzia delle Entrate relativamente alle spese sostenute nel 2022;
- apertura delle partecipate di Stato (come Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti) che potrebbero tornare ad acquistare i crediti bloccati (soluzione che non richiederebbe neanche di un provvedimento d'urgenza ma solo di una telefonata).
Decreto Legge che poi dovrebbe essere abrogato e rimesso direttamente all'interno della legge di conversione del Decreto Legge n. 11/2023 che, ricordiamo, scade il 17 aprile 2023.
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