Superbonus 110% Villette: il problema del 31 marzo 2023 e una possibile soluzione
di Gianluca Oreto - 14/03/2023
Uno dei più grandi problemi legati all'utilizzo del superbonus e del meccanismo di cessione del credito deriva dall'incapacità legislativa di "leggere" in tempo le problematiche. Un'incapacità che porta da una parte il Governo ad emettere provvedimenti d'urgenza (Decreti Legge) che entrano immediatamente in vigore senza considerare i tempi dell'edilizia, dall'altra il Parlamento a lavorare su leggi di conversione che spesso arrivano troppo tardi.
Gli effetti del blocco della cessione del credito
È proprio quello che sta accadendo a ridosso della prossima importante scadenza prevista per l'utilizzo del bonus 110% per i soggetti beneficiari che più di tutti hanno utilizzato questa detrazione: le persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su edifici unifamiliari e unità immobiliari con accesso autonomo e funzionalmente indipendenti.
Come prevede l'art. 119, comma 8-bis del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), nella versione post conversione in legge del Decreto Legge n. 176/2022 (Decreto Aiuti-quater), agli interventi effettuati dai soggetti di cui al successivo comma 9, lettera b), nel caso in cui al 30 settembre 2022 si è completato almeno il 30% del lavoro complessivo, è stata data la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute fino al 31 marzo 2023.
Una possibilità dettata dal fatto che dopo un 2022 denso di copiose modifiche al meccanismo di cessione del credito, molti cantieri erano andati a rilento, o addirittura erano stati sospesi, a causa dell'assenza di liquidità da parte dei committenti e delle imprese (che avevano avviato gli interventi certi di poter cedere il credito).
Non aver più nessuno disponibile ad acquistare un credito diretto (maturato dal contribuente) o indiretto (maturato a seguito di sconto in fattura), ha lasciato tutti fermi al palo in attesa che le condizioni di mercato cambiassero.
La proroga al 31 marzo 2023
La consapevolezza di questo problema, unita al fatto che il bonus 110% è utilizzabile solo da chi al 30 settembre 2022 ha già certificato il 30% del lavoro, ha portato il legislatore ad intervenire direttamente con il Decreto Aiuti-quater che già nella sua versione pre-conversione in legge, aveva prorogato la data di scadenza dal 31 dicembre 2022 al 31 marzo 2023.
Le problematiche connesse al blocco della cessione (che ne frattempo non sono state risolte) ha portato il Parlamento alla formulazione di parecchie proposte emendative alla ddl di converisone del Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto blocca cessioni) che nel frattempo è intervenuto solo per:
- vietare l'acquisto di crediti da parte degli Enti locali;
- limitare il concetto di responsabilità solidale, definendo un preciso elenco di documenti necessari al cessionario per eliminarla (fatta esclusione dei casi di dolo e colpa grave);
- bloccare il meccanismo di cessione di cui all'art. 121 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio) a partire dai nuovi interventi successivi al 16 febbraio 2023;
- abrogare (senza eccezioni o transitori) le opzioni alternative alla detrazione diretta che erano presenti negli artt. 14 e 16 del Decreto Legge n. 63/2013.
Il problema del 31 marzo 2023 e una possibile soluzione
Il problema è che la data ultima per la conversione in legge del Decreto blocca cessioni è il 17 aprile 2023, ovvero dopo il 31 marzo 2023. Considerato che contribuenti e imprese non possono pianificare il futuro su una mera possibilità di proroga e che al contrario servono certezze, al momento la questione rimane più aperta che mai.
Probabilmente l'unica soluzione potrebbe arrivare da un nuovo Decreto Legge di appena 2 articoli:
- articolo 1 - modifica del secondo periodo, comma 8-bis del Decreto Legge n. 34/2020, prevedendo la proroga per le unifamiliari ad almeno il 31 dicembre 2023;
- articolo 2 - entrata in vigore.
Successivamente questo Decreto Legge potrebbe essere abrogato e rimesso all'interno della legge di conversione del Decreto Legge n. 11/2023. Il tutto auspicando che nel frattempo possa essere risolto il problema del blocco della cessione. Senza la riapertura dell'acquisto dei crediti, infatti, la data di scadenza delle unifamiliari potrebbe essere spostate sine die senza risolvere minimamente il problema.
Certamente con il D.L. n. 11/2023 il Governo ha dimostrato che è ancora possibile emanare provvedimenti d'urgenza omogenei, di pochi articoli chiari che servano a risolvere criticità contingenti.
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