Superbonus 110% o 90%, niente lavori senza sconto o cessione
di Gianluca Oreto - 15/11/2022
L'approvazione del nuovo Decreto Aiuti quater da parte del Consiglio dei Ministri impone una seria riflessione sul futuro delle agevolazioni fiscali che riguardano il comparto delle costruzioni.
Le detrazioni fiscali in edilizia
Dalla loro nascita le diverse detrazioni fiscali sono riuscite a sostenere un settore in crisi d'identità che ha visto ridurre gli investimenti a causa soprattutto di una normativa edilizia che non consente di intervenire su un patrimonio esistente pieno di piccoli e grandi difformità e della riduzione del potere di spesa degli italiani sempre più propensi all'acquisto dell'ultimo smartphone di grido che a riqualificare la propria abitazione.
Dalla pubblicazione della prima versione del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) abbiamo più volte sostenuto che il vero motore trainante per l'edilizia non è stato solo il superbonus 110% ma soprattutto il meccanismo di cessione del credito che ha consentito ai contribuenti di abbattere immediatamente il costo degli interventi.
Un meccanismo nato con il migliore degli intenti ma che, è bene ricordarlo, è stato esteso troppo frettolosamente a tutti i principali bonus edilizi e su cui non sono state definite delle procedure con garanzia finale da parte dello Stato.
Ma, nonostante, tutti gli errori è bene ricordare che il binomio superbonus 110%-cessione del credito è stato il più grande shock economico e sociale che l'edilizia ricordi da decenni. Ormai si dovrà parlare di un'edilizia prima e dopo il Decreto Rilancio perché da queste misure sono cambiati usi e costumi di tutti i protagonisti coinvolti, qualche volta anche improvvisati tali.
Superbonus 110%: nuove modifiche dal Decreto Aiuti quater
Ma, mentre risulta evidente a tutti che al momento il principale problema da risolvere sono i crediti rimasti incagliati nella Piattaforma cessioni dell'Agenzia delle Entrate (che sembrerebbe sfioreranno a breve i 100 miliardi di euro), il Governo ha deciso di intervenire sul bonus 110% con delle modifiche che porteranno in dote l'aspetto peggiore che questi 30 mesi hanno insegnato: il caos.
Cominciamo dalle dichiarazioni del Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che da una parte ha affermato che "la misura deve essere indirizzata a chi non ha le risorse per effettuarla” e dall'altra ha anche ammesso che "la cessione è una possibilità, non un diritto”.
Dichiarazioni che si scontrano con la nuova finestra temporale prevista per le unifamiliari. Viene, infatti, prevista una diminuzione dell'aliquota limitata solo alle prime case e ai soggetti con reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro. Sostanzialmente si chiede a soggetti a basso reddito di farsi carico del 10% delle spese senza alcuna possibilità di cessione del restante 90% visto che al momento non c'è nessuno disposto ad acquistare un credito "non garantito dallo Stato".
Superbonus 110% e condomini: è caos CILAS
Dall'altra parte il Decreto Aiuti quater prevede una modifica retroattiva (anche se per il Ministro Giorgetti non è tale) sulla disciplina che riguarda i condomini. L'attuale quadro normativo prevede, infatti, che l'aliquota del 110% sia mantenuta per i condomini per tutto il 2023, con una diminuzione al 70% nel 2024 e 65% nel 2025.
Con le modifiche del Decreto Aiuti quater l'aliquota verrebbe diminuita al 90% già a partire dalle spese sostenute dall'1 gennaio 2023 con l'eccezione delle CILAS o altri titoli presentati entro una certa data che al momento "balla" tra:
- la data di entrata in vigore del Decreto Aiuti quater stesso come riportato nella prima bozza;
- il 25 novembre 2022 (come affermato dalla Presidente del Consiglio e riportato sul comunicato del MEF);
- il 31 dicembre 2022 come riportato in una delle bozze del Decreto stesso.
Ma è chiaro che la consapevolezza di un vincolo di questa natura ha già prodotto i suoi effetti, con i professionisti impegnati nei condomini pressati per la presentazione della comunicazione "nel più breve tempo possibile" per non superare la data scelta dal Governo.
Caos su caos che non fa bene alla qualità progettuale né alla tranquillità (ormai persa da tempo) di professionisti, imprese e contribuenti, sempre più in balia degli "umori" del Governo di turno.
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