Superbonus e bonus edilizi: cosa succederà con la conversione del Decreto Aiuti Quater?

di Redazione tecnica - 30/11/2022

Il Superbonus, anche se con una detrazione più bassa rispetto al 110%, va reso strutturale, con un orizzonte a medio-lungo termine e più stabile. È questa la richiesta principale rivolta dalla Rete Professioni Tecniche nel corso dell’audizione che si è svolta in Commissione bilancio del Senato della Repubblica, nell’ambito delle consultazioni sul disegno di conversione in legge del decreto Aiuti quater.

Superbonus e Decreto Aiuti Quater: le proposte della RPT per la conversione in legge

Al centro dell’incontro non poteva che esserci l’art. 9 dell’attuale D.L. n. 176/2022: sebbene sia prevista una riduzione dell’aliquota di detrazione legata ai bonus edilizi, secondo RPT può essere l’occasione per rendere l’incentivo strutturale, e quindi costante sul lungo termine, finalizzato all’efficientamento energetico e alla riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio del nostro Paese.

Tanto più se si considera che, dati e studi alla mano, l’investimento dello Stato viene in buona parte recuperato in termini di aumento del Pil e delle entrate fiscali, senza contare i ritorni occupazionali e il risparmio energetico realizzato nel lungo periodo.

Nella memoria presentata a Palazzo Madama sono state evidenziate alcune valutazioni e proposte che, prendendo atto del carattere temporaneo delle detrazioni fiscali al 110% , definiscono accettabile l’abbassamento del livello di detrazione al 90%, auspicando ad arrivare al 100% delle spese per il Sismabonus, data la complessità dell’intervento ed il suo carattere strategico, legato alla sicurezza delle persone.

Rete Professioni Tecniche: rendere i bonus edilizi strutturali e durevoli

Secondo i professionisti tecnici, le disposizioni del Decreto Aiuti quater possono essere viste come il primo passo di un processo più articolato, da attuare rapidamente, di riorganizzazione complessiva di tutti gli incentivi per interventi di ristrutturazione profonda del patrimonio edilizio e che attiene:

  • la durata dei bonus, da portare ad almeno 10 anni;
  • la detrazione, fissata tra il 90% e il 100%, senza prevedere ulteriori riduzioni nel futuro;
  • la cessione dei crediti d’imposta, con alcune proposte e strumenti per migliorarne la gestione, anche con il coinvolgimento delle Casse professionali.

Il tutto senza perdere di vista l’impatto economico complessivo degli interventi di risanamento del patrimonio edilizio: al netto dei costi degli incentivi a carico dello Stato, sono tanti i riscontri positivi in termini di Pil aggiuntivo, occupazione e maggiori incassi fiscali, senza dimenticare gli ingenti risparmi sulla bolletta energetica del Paese.

Le proposte per la riqualificazione del patrimonio edilizio

Non solo bonus fiscali: in tema di riqualificazione del patrimonio edilizio italiano, l’audizione è stata anche l’occasione per rilanciare il Piano per la prevenzione sismica che, alla luce dei recenti tragici avvenimenti di Ischia, andrebbe affiancato anche da un Piano di intervento contro il rischio idrogeologico. Non solo: sempre in tema di sicurezza degli edifici, infine, la Rete ha riproposto l’introduzione del Fascicolo del fabbricato.



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