Superbonus e bonus edilizi: le sfide della Direttiva Green
di Redazione tecnica - 09/05/2023
Guardando al DEF 2023, ammonta 116 miliardi di euro la spesa a carico dello Stato derivante dal meccanismo di cessione dei crediti maturati con interventi Superbonus (67 miliardi) o legati ad altri bonus per l’edilizia. Come evidenzia il Centro Studi CNI, si tratta di cifre molto consistenti che devono spingere a ridefinire in modo radicale un eventuale piano per la ristrutturazione del patrimonio edilizio.
Superbonus, bonus edilizi e Direttiva EPBD: riprogettare gli incentivi fiscali
Una revisione che nasce sulla spinta dei numeri nel Report presentato in Commissione V della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine sugli effetti economici derivanti dai bonus per l’edilizia.
Sul punto, il Centro Studi CNI ha elaborato ed aggiornato le proprie stime, considerando che l’impatto generato dalla spesa per Superbonus (sia Ecobonus che Sismabonus), si è attestata a 89 miliardi di euro da agosto 2020 ad agosto 2023. Mentre si conosce con certezza l’ammontare delle spese per Superecobonus, pari a 74 miliardi di euro certificati dall’Enea, sono stimati (sicuramente per difetto), in mancanza di dati certi, in 15 miliardi quelli legati a interventi di miglioramento del rischio sismico.
Guardando ai singoli anni, i flussi di spesa hanno generato apprezzabili effetti espansivi sul sistema economico. Secondo il Centro Studi CNI, il Superbonus ha contribuito:
- alla formazione dello 0,7% del Pil nel 2021
- all’1,5% del Pil nel 2022
- all'attivazione di 222mila unità di lavoro dirette nel 2021 e oltre 600mila nel 2022.
Non solo: sono stati effettuati interventi di risanamento energetico su più di 403.000 edifici, con un risparmio di quasi 1,3 miliardi di metri cubi standard di gas, contribuendo al 48% del risparmio che il Paese si era prefisso di realizzare nella stagione invernale 2022-2023 per far fronte al rincaro dei prodotti energetici.
Gli interventi di risanamento energetico hanno riguardato finora 101 milioni di metri quadrati di edifici residenziali, circa il 4% delle superfici afferenti agli immobili più vecchi: una percentuale abbastanza bassa, che indica come il percorso da compiere sia ancora lungo. In ogni caso, è difficile però pensare che la spesa al metro quadro per la ristrutturazione profonda degli edifici possa, attraverso opportuni accorgimenti, ridursi di molto in futuro.
“Abbiamo ancora una volta proposto alle Istituzioni – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri – le nostre stime sull’impatto macroeconomico dei bonus per l’edilizia. Riteniamo che la crescita attivata dai Superbonus sia stata apprezzabile, ma sappiamo anche che si sono innescate delle criticità. Per questo forse è inutile continuare a trarre bilanci sull’esperienza passata. Occorre rimodulare tali strumenti, mentre immaginare di chiudere in via definitiva questa stagione è pura illusione. Sappiamo che è necessario che i proprietari degli immobili partecipino ad una parte delle spese e sappiamo però anche che se non si appronta un meccanismo finanziario eccezionale e di lunga durata, né lo Stato con i soli bonus né tanto meno i proprietari di immobili saranno in grado di realizzare quanto previsto dalla Direttiva UE sulle case green”.
Le stime sul gettito fiscale
Il Centro Studi CNI stima anche che il gettito fiscale generato dal Superbonus sia pari a circa il 33% del valore delle detrazioni a carico dello Stato e il 36% di quanto fatturato. A fronte, dunque, di detrazioni per Superbonus che a marzo 2023 hanno raggiunto i 97,9 miliardi di euro, si calcola che il gettito possa essere stato di 32 miliardi di euro, portando la spesa effettiva a carico dello Stato a dai 97,9 miliardi di euro a 64,4 miliardi di euro. Il CNI sottolinea come siano stime che risentono di un marcato livello di approssimazione, utili a fornire un ordine di grandezza dei fenomeni considerati.
In ogni caso, fa riflettere come il Governo si sia sempre focalizzato sull’indebitamento lordo generato dalla spesa per Superbonus, senza valutare l’indebitamento al netto di un possibile gettito fiscale. Secondo il CNI, rispetto a quanto fatto finora, servirebbero dei sistemi di stima più accurati ed affidabili delle entrate tributarie, tramite ad esempio i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, in modo da capire quali potrebbero essere le future modulazioni (se ci saranno) del sistema di incentivi fiscali.
Il futuro delle detrazioni per interventi edilizi: la direttiva Green
Il report è stato l'occasione per rimarcare come la direttiva Europea EPBD sulle case green, imponga una riflessione sulle profonde azioni di risanamento energetico da eseguire sul patrimonio edilizio e sul conseguente intervento pubblico, che sarà ancora più necessario rispetto a quanto accaduto negli ultimi due anni e mezzo.
Sottolinea il CNI che saranno verosimilmente pochi i proprietari di immobili che potranno affrontare da soli la spesa per le ristrutturazioni ed occorrerà trovare una via di mezzo tra “il modello Superbonus” e la partecipazione alle spese da parte dei cittadini. Non va escluso un meccanismo finanziario pubblico o pubblico-privato, che copra una parte consistente delle spese lasciando al proprietario di immobile una parte minoritaria delle spese.
Proprio per questo diventa determinante stimare l’ammontare di gettito fiscale derivante dagli interventi di risanamento in edilizia, che rappresenterebbe il tetto massimo di detrazioni ammesse dallo Stato senza generare disavanzi. Secondo il Centro Studi, la parte restante dovrebbe essere coperta in massima parte da una sorta di Fondo di rotazione (da costituire anche con risorse comunitarie) ed in minima parte dai proprietari di immobili, immaginando che tutto questo possa realizzarsi in un arco temporale che vada oltre le scadenze stringenti - e insostenibili - imposte dalla Direttiva EPBD.
“Nonostante i molti sforzi di quantificare l’impatto della spesa per i bonus per l’edilizia – sottolinea Giuseppe Maria Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI – siamo ancora in una fase di stima. Lo stesso Governo, nel DEF 2023 indica come “Stime” i dati sul consistente e pericoloso disavanzo generato da tali bonus. Sembra di capire che alcuni aspetti indicati dal Governo come “altamente critici”, legati soprattutto ai Superbonus, devono essere ancora approfonditi. Questo significa che ad oggi chi afferma che l’esperienza dei Superbonus è stata fallimentare ha ragione tanto quanto chi li considera efficaci. Dovremmo invece utilizzare le stime elaborate da molte strutture di ricerca per cogliere gli aspetti generali, individuare aspetti positivi e criticità, che non sono mancate e utilizzare queste informazioni per convergere a ridefinire in modo più efficace gli strumenti che dovranno consentire il risanamento del patrimonio edilizio del nostro Paese”.
© Riproduzione riservata
- Tag: