Superbonus e DL antifrode: per CNAPPC a rischio il lavoro dei professionisti

di Redazione tecnica - 29/11/2021

Decreto Antifrode e Superbonus: il Consiglio Nazionale degli Architetti, Paeaggisti, Pianificatori e Conservatori entra nel dibattito sulla questione delle nuove misure di controllo sull’utilizzo delle agevolazioni fiscali legate agli interventi edilizi e lo fa sottolineando le criticità dell’introduzione della normativa.

Superbonus 110% e Decreto Antifrode: il parere di CNAPPC

Con il D.L. n. 157/2021 sono stati infatti introdotti:

  • visto di conformità anche per i beneficiari di interventi edilizi differenti dal Superbonus (es. Bonus Ristrutturazione);
  • asseverazione delle spese sostenute da parte di un tecnico.

In particolare, con un recente comunicato stampa, CNAPPC hA sottolineato la necessità di limitare gli abusi connessi all’utilizzo del Superbonus, ribadendo però allo stesso tempo che “tempi e modi previsti dal DL antifrode provocheranno sicuramente numerosi problemi a quei professionisti che sono già impegnati nei lavori”. Secondo Francesco Miceli, presidente di CNAPPC, “il meccanismo di gestione dei bonus rischia di compromettere e di rallentare il lavoro, mentre i costi aumenteranno, perché le asseverazioni o le modifiche dovranno essere svolte da professionisti che mettono a disposizione le loro competenze. Il tutto è per altro aggravato dalla situazione di incertezza dovuta ai possibili cambiamenti di scenario sia nella conversione del DL antifrode, che nell’approvazione della Legge di Bilancio”.

Le criticità rilevate dal Consiglio Nazionale Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori

Tra i punti critici segnalati da CNAPPC con l'introduzione del D.L. n. 157/2021:

  • l’incertezza nel settore legata alle scadenze delle varie tipologie di bonus che saranno rese note solo a fine anno, quando sarà approvata la Legge di Bilancio 2022;
  • la necessità di rinegoziare i contratti con i committenti, a causa dei nuovi adempimenti obbligatori, con la possibilità, neanche troppo remota, che nascano contenziosi tra imprese, contribuenti e professionisti.
  • l’insorgere di problemi connessi con gli inevitabili ritardi nei pagamenti relativi alla cessione del credito dovuti al necessario tempo tecnico, con la conseguenza di generare serie difficoltà di liquidità a professionisti e imprese.

La nostra pressante richiesta - conclude Miceli - è che queste e le altre criticità, che quotidianamente si riscontrano e che avranno gravi ripercussioni sull’attività dei liberi professionisti, vengano affrontate in sede di conversione del DL, escludendo tutti i contratti in essere nel 2021 dalla nuova normativa antifrode”.



© Riproduzione riservata