Superbonus: gli effetti della cura Giorgetti sui cantieri edili

di Gianluca Oreto - 17/05/2024

Terminato l’effetto trascinamento dei cantieri avviati all’inizio del 2023 (prima del Decreto Legge n. 11/2023 che ha cominciato il processo di smantellamento del meccanismo delle opzioni alternative alla detrazione diretta), si può dire che il superbonus è ufficialmente terminato.

Superbonus: il nuovo report Enea

Dall’inizio del monitoraggio (settembre 2021), il numero di investimenti ammessi a detrazione registrato da Enea non è mai stato così basso. Nell’ultimo report Enea, aprile 2024 ha registrato appena:

  • 1.063 nuove asseverazioni;
  • meno di 345 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione;
  • meno di 385 milioni di euro di investimenti per lavori conclusi ammesse a detrazione;
  • meno di 399 milioni di euro di detrazioni maturate per lavori conclusi.

Numeri assolutamente irrisori se paragonati alla media mensile dei primi tre mesi del 2024 di investimenti ammessi a detrazione (quasi 5 miliardi di euro al mese) e che evidenziano come la “cura” del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti abbia portato effetti tangibili sui cantieri edili.

Gli effetti degli ultimi provvedimenti normativi

Sono 15 i provvedimenti normativi emanati da questo Governo sul Superbonus (a breve arriverà il sedicesimo) ma quelli che hanno più inciso sono certamente:

  • il Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni), convertito con modificazioni dalla Legge 11 aprile 2023, n. 38 - che ha limitato o quasi azzerato le possibilità di utilizzo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito);
  • il Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 (Decreto Superbonus) convertito senza modificazioni dalla Legge 22 febbraio 2024, n.17 - che ha previsto la nota misura “salva SAL” per non perdere la detrazione nel caso i cantieri non riescano ad arrivare al fine dei lavori;
  • il Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39 (Decreto tagli cessioni, in attesa di conversione in legge entro il 28 maggio 2024) - che ha previsto retroattivamente l’obbligo di ripartire il superbonus “diretto” (cioè utilizzato direttamente dal contribuente che lo ha maturato) in 10 anni (più altre misure).

È chiaro che, alla luce degli ultimi dati Enea e della volontà del Ministro Giorgetti di “salvaguardare i conti dello Stato” (ma non quello dei contribuenti), le nuove misure previste all’interno del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 39/2024 (che operano una nuova, ulteriore e netta stretta) potrebbero essere inutili.

Conclusioni

I numeri sono chiari: il superbonus è terminato con l’abrogazione del meccanismo delle opzioni alternative a partire dal 17 febbraio 2023. I dati registrati nell’ultimo anno riguardano i cantieri che hanno potuto continuare ad utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del credito.

Governo e Parlamento dovrebbero, dunque, fare marcia indietro sulle nuove misure approvate dal Senato e pensare di trovare una definitiva soluzione al blocco della cessione che, dopo 2 anni di modifiche, non si riesce ancora a risolvere.



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