Il Superbonus è finito
di Gianluca Oreto - 18/09/2024
Parafrasando un celebre film del 1999, prima regola della nuova manovra finanziaria (sulla quale tutti attendiamo notizie più precise): non parlare più di bonus e superbonus. È il mantra che siamo ormai abituati ad ascoltare ogni qual volta dal Governo arrivano notizie sulla prossima legge di Bilancio per il 2025, all’interno della quale, è ormai chiaro, non saranno più previste le consuete proroghe per le detrazioni fiscali in edilizia che da anni vengono inserite a ridosso del cambio di anno.
Una consapevolezza che si scontra con la fine ormai certificata delle detrazioni fiscali potenziate di cui all’art. 119 del D.L. n. 34/2020 (il superbonus) e di quelle ordinarie per l’edilizia (bonus casa 50%, ecobonus, sismabonus,…).
Superbonus: il monitoraggio Enea
Sulla fine del superbonus, benché dal punto di vista normativo restano gli ultimi scampoli del 2024 con aliquota al 70% e tutto il 2025 al 65%, le ultime 5 rilevazioni condotte da Enea (sull’anima “eco”) confermano un trend ampiamente negativo che dimostra la ormai ferma diffidenza dei contribuenti e di tutti gli operatori coinvolti per questa misura fiscale.
Da luglio ad agosto 2024 il totale delle detrazioni fiscali maturate per lavori conclusi è aumentato di poco più di 57 milioni di euro, seguendo un andamento visibile nei seguenti due grafici:
Dal secondo grafico si evince che il punto più alto è stato raggiunto a dicembre 2023 con un totale di detrazioni ammesse per lavori conclusi pari ad oltre 10,6 miliardi di euro. Mentre i punti più bassi sono stati toccati negli ultimi 5 mesi che registrano:
- aprile 2024: euro 398.759.265,61
- maggio 2024: euro 87.895.197,07
- giugno 2024: euro 65.840.026,16
- luglio 2024: 140.993.416,69
- agosto 2024: euro 57.562.459,68
Un trend negativo che ormai coinvolge tutti i soggetti beneficiari, compresi i condomini sui quali ad inizio 2024 era stato registrato un forte aumento dovuto, però, alle asseverazioni Enea da inviare entro 3 mesi dal fine lavori (e, infatti, la crescita si è interrotta a marzo).
Superbonus: la chiave per la riforma edilizia
Pur essendo ormai terminata l’epoca del superbonus, la sua “eco” si sentirà forte nei prossimi anni a seguito di alcune problematiche generate o evidenziate da questa detrazione fiscale.
Tra i problemi “generati” dal superbonus non si può dimenticare il blocco della cessione del credito generato dalla schizofrenia normativa e sulla quale l’attuale Governo è riuscito solo ad emanare un inutile provvedimento che ha stanziato un fondo di appena 16 milioni di euro e il Decreto del MEF 6 agosto 2024 che ha stabilito degli ancor più inutili criteri e modalità per l’erogazione di un contributo che non riuscirà a coprire nulla.
Come non si possono trascurare i contenziosi tra tutte le parti coinvolte: committenti, professionisti, imprese e Agenzia delle Entrate.
Per quanto riguarda i problemi “evidenziati” non si è alcun dubbio che il superbonus abbia scoperchiato il classico vaso di pandora al cui interno tutti si sono accorti delle piccole e grandi difformità del patrimonio immobiliare italiano e sul quale la risposta del Governo e del Parlamento sono stati:
- il Decreto-Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis), convertito con modificazioni dalla Legge n. 108/2021, che ha messo in piedi la CILAS (dando ufficialmente il via all’esplosione degli interventi di superbonus);
- il Decreto Legge n. 69/2024 (Decreto Salva Casa), convertito con modificazioni in Legge n. 105/2024, che ha apportato una serie di modifiche al d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), il cui chiaro intento è provare a ridurre l’abusivismo edilizio dilagante.
Troppo poco per un Paese che è tornato a viaggiare a ritmi dello “0,…”, che da anni attende una seria riforma del quadro normativo edilizio e urbanistico oltre che un testo unico delle detrazioni fiscali in edilizia sul quale, ormai, tutti abbiamo perso ogni speranza.
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