Superbonus e General Contractor: l’architetto ha diritto al compenso anche senza incarico formale

di Cristian Angeli - 24/03/2025

La corsa al Superbonus, alimentata dal susseguirsi di scadenze e adempimenti, ha spesso relegato in secondo piano dettagli tecnici, costruttivi e progettuali che, con il passare del tempo, si stanno trasformando in conflitti tra le parti coinvolte. Tuttavia, non sono solo gli aspetti tecnici a generare problematiche. La fretta e la pressione per rispettare le scadenze hanno fatto sì che venissero trascurati anche aspetti contrattuali che, al momento di fare i conti, si rivelano determinanti.

Tra le situazioni che frequentemente originano contenziosi ci sono quelle in cui sono coinvolti i General Contractor (GC), attraverso i quali i committenti hanno erroneamente supposto che non ci fossero oneri a loro carico. In effetti, come ben noto, molte delle situazioni che si sono create sono risultate assai diverse dalle aspettative iniziali, e quando il meccanismo della cessione del credito o dello sconto in fattura si è definitivamente inceppato, i soggetti coinvolti, non vedendo soddisfatti i loro diritti, hanno dato origine a contenziosi che stanno via via approdando nelle aule dei tribunali.

L’assenza di un contratto può generare malintesi

Come spesso accade, la causa di tali contenziosi risiede in accordi mal regolati o regolati solo verbalmente, che danno adito a malintesi, come è successo a Reggio Emilia, dove il tribunale (sentenza n. 260 del 17 marzo 2025), è stato chiamato a dirimere una causa tra un architetto e un condominio per il pagamento delle competenze professionali relative a un lavoro di ristrutturazione. L'architetto, non avendo ricevuto il pagamento della propria parcella per l’attività svolta, ha richiesto un decreto ingiuntivo il quale, non a caso, è stato dichiarato provvisoriamente esecutivo dal tribunale competente.

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