Superbonus in 10 anni: saltano le pianificazioni
di Redazione tecnica - 14/05/2024
Sono ormai trascorsi 4 anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che al suo interno ha previsto l’ormai “famigerato” superbonus (art. 119) e il meccanismo delle opzioni alternative (art. 121).
Superbonus e opzioni alternative: una storia senza fine
Ad oggi sono 36 i provvedimenti (tra Decreti Legge, Leggi di conversione e Leggi di Bilancio) - di cui 14 emanati dall'attuale Governo in 569 giorni ovvero poco meno di 19 mesi - che sono intervenuti a vario titolo sul binomio “superbonus-cessione del credito”. A breve (entro il 28 maggio 2024) arriverà il 37esimo, probabilmente quello decisivo perché metterà fine definitivamente al meccanismo delle opzioni alternative ovvero lo strumento normativo che più di tutti aveva incentivato l’utilizzo del superbonus e di tuti gli altri bonus edilizi.
Quello che arriverà è anche un provvedimento che interverrà anche sui cantieri in corso e che avrà un impatto retroattivo su tutte le spese già sostenute nel 2024 che, relativamente al superbonus, al bonus barriere architettoniche 75% e al sismabonus ordinario/potenziato/acquisti, porterà gli anni di ripartizione a 10.
Superbonus in 10 anni: la critica degli Ingegneri
Molto critico è il commento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha quantificato la detraibilità in dieci anni delle spese per interventi del solo superbonus per un ammontare di detrazioni pari a quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025. Una modifica normativa che, come rilevato dagli ingegneri, avrà un certo impatto sui cittadini che hanno effettuato lavori nel corso di quest’anno e che hanno maturato il diritto alla detrazione, facendo saltare le loro pianificazioni fiscali creando dunque delle difficoltà.
“Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri - scrivono in una nota diffusa alla stampa - esprime il forte disappunto per l’ennesima modifica alla norma che genera totale disorientamento in tutti i cittadini e gli operatori interessati. Il Superbonus si è ormai configurato come il provvedimento soggetto in assoluto al maggior numero di modifiche, sin dal giorno in cui è stato varato. Ogni giorno c’è una novità e questo crea in tutti i soggetti coinvolti uno stato di agitazione permanente. Chiunque si trovi di fronte alla necessità di fare un investimento, che sia un proprietario di un immobile, un’impresa o un professionista, ha il diritto di poter usufruire di meccanismi certi e duraturi nel tempo, tali da consentire la programmazione delle spese. In questo senso, questa ennesima svolta è inaccettabile”.
Superbonus tra costi ed effetti positivi
“Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri - continua la nota - esprime una forte perplessità nei confronti delle cifre relative al Superbonus, sovente sbandierate al fine di giustificare gli interventi a tutela della finanza pubblica. Non si precisa mai abbastanza, ad esempio, che le citate altisonanti spese a carico dello Stato si riferiscono alla totalità dei Bonus e non al solo Superbonus. Inoltre, non si dice mai che si tratta di cifre lorde, alle quali andrebbero sottratte l’IVA e l’IRPEF versate su quegli importi da proprietari di immobili ed operatori interessati. In generale non vengono mai calcolati i ritorni, diretti e indiretti, che la spesa per Superbonus ha generato in termini di crescita del Pil, crescita dell’occupazione, crescita del gettito fiscale ed emersione di attività in nero”.
“Al di là di ogni valutazione di merito di quello che è stata l’esperienza del Superbonus - concludono gli ingegneri - come CNI gradiremmo che il Governo riferisse dati precisi e certi su quella che è la reale spesa netta a carico dello Stato, perché soltanto basandosi su dati inconfutabili si potrà rendere concreta ogni possibile valutazione su come si potranno configurare eventuali futuri bonus, a nostro avviso necessari per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle recenti direttive europee”.
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