Tempi di aggiudicazione appalti: Italia ancora troppo lenta

di Redazione tecnica - 20/11/2024

Sebbene in Italia i tempi medi di aggiudicazione degli appalti pubblici siano notevolmente diminuiti, essi continuano a rimanere abbastanza lunghi rispetto agli altri Paesi europei.

Appalti pubblici: Italia ancora indietro nei tempi di aggiudicazione

Sono questi in sintesi i dati salienti dell’analisi di ANAC sui tempi di aggiudicazione degli appalti in Italia e in Europa sulla base dei dati TED, che evidenziano una media di circa 279 giorni, contro i 121 giorni dei Paesi che hanno comunicato più di 5.000 aggiudicazioni. Una differenza ancora più marcata nei confronti di Francia e Germania, che riportano tempi medi pari a rispettivamente 102 e 84 giorni; mentre più ridotte, ma pur sempre sostanziali, sono le discrepanze con la Spagna (180 giorni). Altre differenze sostanziali riguardando le procedure aggiudicate con il criterio del prezzo più basso.

L’analisi ha interessato i tempi di aggiudicazione delle procedure di appalto di rilevanza comunitaria espletate con il criterio OEPV, in Italia e in Europa, nel periodo 2018-2022. I dati utilizzati sono quelli pubblicati nella piattaforma della Commissione Europea “Tenders Economic Daily” (o “TED”).

l risultati dell'analisi

Diversi gli elementi significativi emersi, fermo restando che i tempi di aggiudicazione rappresentano solo un segmento dell'intera procedura.

Tra i fattori di riduzione delle tempistiche, rientrano:

  • l’utilizzo delle aste elettroniche (30-56 giorni in meno);
  • il ricorso alle procedure accelerate (associate ad aggiudicazioni più veloci di circa 17-25 giorni);
  • l'utilizzo del joint procurement, ovvero bandi emanati da più pubbliche amministrazioni che operano congiuntamente, con tempi inferiori di 4-5 giorni.

Per ANAC si tratta comunque di risultati poco robusti, se si considerano campioni diversi, mentre si conferma pienamente che a parità di caratteristiche contrattuali, i tempi del procedimento in Italia  sono più elevati rispetto agli altri Paesi, fermo restando la non piena accessibilità ai documenti di gara francesi, usati nell’analisi come termine di paragone rispetto a quelli italiani.

Tra i fattori di riduzione, anche l’introduzione di termini espliciti entro i quali deve avere luogo l’aggiudicazione del bando, della responsabilità per danno erariale in capo al RUP per il mancato rispetto di suddetti termini e l’estensione ai settori ordinari dell’inversione procedimentale nelle procedure aperte, seppur rimangano su livelli più elevati di quelli osservati in Francia, Germania e Spagna.

Negativo, dall'altro lato, l'influsso della ridotta capacità amministrativa delle stazioni appaltanti nella gestione degli appalti, in ragione anche della carenza di personale con specifiche competenze in materia.

Tempi di aggiudicazione: il peso nell'intera procedura

Infine, ricorda ANAC, i tempi di aggiudicazione rappresentano solo una parte dell’intero ciclo di vita dell’appalto. I dati della BDNCP mostrano che, per le procedure di importo più rilevante:

  • il periodo che intercorre tra la data di scadenza delle offerte e la data di aggiudicazione ricopre poco più del 13% dell’intervallo che va dalla data di pubblicazione alla data di ultimazione della prestazione (circa il 14,5% se si considerano le gare di rilevanza comunitaria per lavori;
  • Il periodo tra aggiudicazione e stipula ricopre invece circa il 7% del periodo che va dalla data di pubblicazione a quella di ultimazione della prestazione (11% se si considerano le gare di rilevanza comunitaria per lavori).

 



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