Titoli edilizi: la vicinitas e il diritto di accesso agli atti
di Redazione tecnica - 18/05/2022
Un contenzioso con un vicino di casa può essere una motivazione valida per potere accedere a documenti e titoli edilizi, sussistendo un eventuale interesse a ricorrere.
Accesso ad atti e vicinitas: la sentenza del TAR
Sul legame tra vicinitas e il diritto di accesso agli atti amministrativi è tornato a parlare il TAR Lazio con la sentenza n. 5916/2022, a seguito del ricorso del proprietario di un immobile, che aveva dei contenziosi in corso con il vicino. Proprio per questo motivo aveva richiesto, senza ottenerlo, l’accesso a tutti i titoli edilizi relativi alla villetta confinante, compresi una SCIA per restauro e risanamento conservativo oltre che l’accertamento di conformità e qualunque altro documento connesso o correlato con la edificazione o trasformazione dell'immobile.
Secondo il ricorrente, il diniego-inerzia dell’Amministrazione avrebbe violato i principi di trasparenza e imparzialità ex art. 97 Cost., oltre che gli artt. 1, 2, 22, 24 e 25 della Legge n. 241/1990, chiedendo quindi la condanna del Comune a consentire la visione e l’estrazione della documentazione richiesta, sottolineando l’interesse a visionarli per la tutela dei propri diritti anche in giudizio.
Vicinitas e interesse a ricorrere: i principi dell'Adunanza Plenaria
Sulla questione, il TAR ha ricordato l’orientamento tradizionale secondo il quale l’accesso agli atti concretizza una situazione di interesse collegata ad un vantaggio specifico derivante dalla conoscenza degli atti. Tale interesse va qualificato e comprovato dal ricorrente. Proprio sul merito, l’Adunanzia plenaria, con la sentenza n. 22/2021, ha enunciato i seguenti principi di diritto:
- a) nei casi di impugnazione di un titolo autorizzatorio edilizio, riaffermata la distinzione e l’autonomia tra la legittimazione e l’interesse al ricorso quali condizioni dell’azione, è necessario che il giudice accerti, anche d’ufficio, la sussistenza di entrambi; non si può affermare che il criterio della vicinitas, quale elemento di individuazione della legittimazione, valga da solo ed in automatico a dimostrare la sussistenza dell’interesse al ricorso, che va inteso come specifico pregiudizio derivante dall’atto impugnato;
- b) l’interesse al ricorso correlato allo specifico pregiudizio derivante dall’intervento previsto dal titolo autorizzatorio edilizio che si assume illegittimo può comunque ricavarsi dall’insieme delle allegazioni racchiuse nel ricorso;
- c) l’interesse al ricorso è suscettibile di essere precisato e comprovato dal ricorrente nel corso del processo, laddove il pregiudizio fosse posto in dubbio dalle controparti o la questione rilevata d’ufficio dal giudicante, nel rispetto dell’art. 73, comma 3, c.p.a.;
- d) nelle cause in cui si lamenti l’illegittimità del titolo autorizzatorio edilizio per contrasto con le norme sulle distanze tra le costruzioni imposte da leggi, regolamenti o strumenti urbanistici, non solo la violazione della distanza legale con l’immobile confinante con quello del ricorrente, ma anche quella tra detto immobile e una terza costruzione può essere rilevante ai fini dell’accertamento dell’interesse al ricorso, tutte le volte in cui da tale violazione possa discendere con l’annullamento del titolo edilizio un effetto di ripristino concretamente utile, per il ricorrente, e non meramente emulativo.
In particolare “l'interesse al ricorso del vicino contro provvedimenti ampliativi della posizione giuridica dei terzi in materia urbanistico/edilizia presuppone l'allegazione e la dimostrazione di un concreto pregiudizio che quel provvedimento reca alle facoltà dominicali del ricorrente”.
Legittimità dell'accesso agli atti
Rispetto a quanto prospettato nel caso, il TAR ha dato ragione al ricorrente: è stato infatti attestata la sussistenza di un interesse qualificato e differenziato, non generico, nè di tipo ispettivo oppure emulatorio, essendo la domanda collegata all’esistenza non solo di un rapporto di “vicinitas”, ma anche di un contenzioso più ampio, sul quale ogni possibile valutazione è dipendente dall’avvenuta conoscenza degli atti.
Il ricorso è stato quindi accolto, con obbligo per l’Amministrazione di rendere disponibile l'accesso a tutti gli atti richiesti dal ricorrente entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza.
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