Annullamento SCIA in autotutela: illegittimo se fatto oltre tempi ragionevoli

No all’esercizio dello ius poenitendi oltre i limiti consentiti e rispetto alla posizione di affidamento del soggetto destinatario dell’atto di ritiro, in ragione del lungo tempo trascorso dall’adozione della d.i.a. annullata.

di Redazione tecnica - 11/09/2024

Il superamento del limite temporale per l’esercizio del potere di autotutela di una DIA (o SCIA) è possibile qualora il richiedente abbia rappresentato uno stato preesistente diverso da quello reale, con conseguente impossibilità per la P.A. di conoscere fatti e circostanze rilevanti. In questo caso, il dies a quo per la decorrenza del termine per l’esercizio dell’autotutela va individuato nel momento della scoperta, da parte dell’amministrazione, dei fatti e delle circostanze posti a fondamento dell’atto di ritiro.

Diversamente, l’esercizio del potere di annullamento in autotutela oltre i termini ragionevoli non è consentito, se la decisione arriva tardivamente solo per inerzia della PA, perfettamente a conoscenza dello stato delle cose.

SCIA annullata in autotutela: il no del Consiglio di Stato

Sulla base di questi presupposti, il Consiglio di Stato, con la sentenza del 23 luglio 2024, n. 6636, ha accolto il ricorso in appello di un’impresa che si era vista ingiungere la demolizione di alcune villette a schiera, costruite a seguito di un intervento di demolizione di un’autofficina ed eseguibile a condizione di cedere una parte dell’area al Comune per destinarla a parcheggio pubblico.

Secondo l’Amministrazione, l’intervento eseguito sarebbe stato difforme a quanto dichiarato e per altro non assentibile con semplice DIA, ma rientrante tra gli interventi di nuova costruzione.

Di diverso avviso l’appellante, che per altro aveva impugnato il provvedimento di annullamento in autotutela, perché emesso oltre i termini ragionevolmente consentiti.

 

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