Attività antincendio boschivo: le raccomandazioni della Protezione Civile per l'estate 2023
In un comunicato, la Protezione Civile individua i tempi di svolgimento e fornisce raccomandazioni per il contrasto di incendi boschivi, in zone di interfaccia urbano-rurale e dei rischi conseguenti
In vista della stagione estiva 2023, il dipartimento per la Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha diramato un comunicato rivolto ai Ministeri competenti e alle Amministrazioni regionali, provinciali e comunali, per la promozione dell’attività antincendio boschivo, definendo i tempi di attuazione e dettando alcune raccomandazioni.
Il documento è introdotto da alcune considerazioni sul 2022, caratterizzato sia da un elevato numero di incendi al di fuori del periodo estivo, sia da numerosi eventi, alcuni anche di grosse dimensioni, che hanno interessato le aree a nord del nostro paese, solitamente poco suscettibili al passaggio del fuoco durante il periodo estivo.
Alcune considerazioni anche sull’anno in corso, caratterizzato - al netto delle recenti alluvioni – da significativi deficit idrici con ripercussioni su tutte le aree con vegetazione e aumentando la probabilità che si verifichino eventi con forti impatti sul territorio e sulle risorse impiegate per contrastarli.
Attività antincendio boschivo: le indicazioni della Protezione Civile
Le raccomandazioni per le attività antincendio boschivo (AIB) sono suddivise in quattro aree tematiche:
- Attività di previsione e prevenzione
- Attività di pianificazione ai sensi della legge quadro sugli incendi boschivi
- Attività di pianificazione di protezione civile
- Attività di lotta attiva agli incendi boschivi, in zone di interfaccia e di gestione dell’emergenza
Attività di previsione e prevenzione
Il dipartimento richiede il contributo a tutti i soggetti coinvolti, per quanto di propria competenza, nel fornire elementi per la redazione del Piano nazionale di coordinamento per l’aggiornamento tecnologico e l’accrescimento della capacità operativa nelle azioni di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi. Alle amministrazioni regionali è anche chiesta la produzione di uno specifico bollettino incendi.
È richiesta anche:
- la sensibilizzazione e lo stimolo degli enti e delle società che gestiscono le infrastrutture per disporre interventi di pulizia e di manutenzione della vegetazione, così come interventi di riduzione della massa combustibile, tra l’altro lungo le reti viarie e ferroviarie, da attuare in tempi compatibili con la stagione antincendio boschivo;
- la promozione di azioni di protezione dei siti di interesse, non solo ad alto valore paesaggistico ma anche archeologico e culturale, in particolare quelli a maggiore afflusso turistico.
- l’intensificazione delle attività di controllo del territorio da parte delle Forze di polizia,
- l’organizzazione ed il coordinamento dei volontari appartenenti alle organizzazioni di volontariato impiegate, ai diversi livelli territoriali, nelle attività di lotta attiva agli incendi boschivi, tra cui sorveglianza, vigilanza e presidio del territorio in particolare nelle aree e nei periodi a maggior rischio.
Attività di pianificazione ai sensi della legge quadro sugli incendi boschivi.
In relazione alle attività di pianificazione, viene richiesta alle amministrazioni regionali e delle province autonome la revisione annuale del Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, di cui all’art. 3, comma 3, della legge 21 novembre 2000, n. 353, redatto secondo le linee guida di cui al decreto ministeriale 20 dicembre 2001, evidenziando inoltre le procedure ed il modello di intervento da adottare anche in situazioni complesse che possono interessare sia le aree boscate che le zone di interfaccia urbano-rurale.
Attività di pianificazione di protezione civile
Allo stesso modo, si prevedono:
- piani comunali o intercomunali di protezione civile, relativi al rischio di incendi in zone di interfaccia urbano rurale,
- procedure di allertamento del sistema locale di protezione civile secondo i diversi livelli di rischio
- attività di informazione alla popolazione.
La protezione civile raccomanda anche la promozione dell’elaborazione di specifici piani di emergenza per gli insediamenti, le infrastrutture e gli impianti turistici, anche temporanei, prossimi ad aree boscate o comunque suscettibili all’innesco.
Attività di lotta attiva e di gestione dell’emergenza
In questo ambito la Protezione Civile ribadisce la necessità di un adeguamento dei dispositivi antincendio da parte delle Regioni al regime degli eventi che interessano il territorio, modulando e potenziando opportunamente le forze di terra con quelle aeree, facendo riferimento al documento prodotto e condiviso dal Tavolo tecnico interistituzionale per il monitoraggio del settore antincendio boschivo «Definizione, funzioni, formazione e qualificazione della direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi» successivamente adottato con direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 gennaio 2020, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale 5 marzo 2020, n. 56.
Le amministrazioni regionali e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco devono anche provvedere:
- alla formazione costante degli operatori antincendio boschivo a tutti i livelli,
- a predisporre un’operatività di tipo continuativo delle sale operative unificate permanenti (SUOP) nei periodi di maggior rischio di incendio boschivo, integrando le proprie strutture con quelle del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, dei Corpi forestali regionali e/o provinciali, nonché, ove necessario, con operatori delle organizzazioni di volontariato riconosciute, delle Forze armate, delle Forze di polizia e delle altre componenti e strutture operative;
- a garantire il raccordo con il Centro operativo aereo unificato (COAU) e la Sala situazione Italia del Dipartimento della protezione civile, per permettere un coordinamento ottimale sulle richieste di interventi con aerei e per avere un costante aggiornamento sulla situazione a livello regionale delle emergenze derivanti dagli incendi in zone di interfaccia.
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