Aumento cedolare secca su locazioni brevi: chiarimenti dal Fisco

L'aumento dell'aliquota al 26% è scattato dal 1° gennaio 2024, anche se ci sono degli immobili per i quali si mantiene al 21%. Vediamo quali

di Redazione tecnica - 20/05/2024

Da quando parte l’aumento dell’aliquota dal 21% al 26% sulla cedolare secca per le locazioni brevi? E come si applica nel caso di affitti a cavallo tra il 2023 e il 2024? Per quali immobili si applica?

Aumento cedolare secca: a quali immobili si applica la nuova aliquota?

Sono tante le risposte che Fisco Oggi ha fornito sulla novità introdotta dall’art. 1, comma 63 della legge n. 213/2023 (Legge di Bilancio 2024), pochi giorni dopo la pubblicazione della Circolare dell’Agenzia delle Entrate del 10 maggio 2024, n. 10/E, sull’aumento dell’aliquota al 26% della cedolare secca sulle locazioni brevi.

Sul punto, il Fisco ha preliminarmente ricordato che per “locazioni brevi” si intendono i contratti di locazione

  • di immobili a uso abitativo;
  • di durata non superiore a 30 giorni;
  • stipulati da persone fisiche al di fuori dell’esercizio d’attività d’impresa.

Per come previsto dalla legge di Bilancio 2024, l’aumento della cedolare secca si applica a partire dal 1° gennaio 2024 e, secondo il principio del pro-rata temporis dell’art. 26 del TUIR, indipendentemente dalla data di stipula dei contratti e dalla percezione dei canoni, l’imposta sostitutiva è dovuta sui redditi derivanti dai contratti di locazione breve maturati a partire dal 1° gennaio 2024

Attenzione però: la nuova aliquota si applica solo a partire dal secondo immobile dato in locazione breve, motivo per cui non riguardano la prima o unica abitazione locata.

Di conseguenza, chi concede in locazione breve più di una unità immobiliare può sempre individuarne una per la quale usufruire dell’aliquota del 21%, indicando la scelta nella dichiarazione dei redditi.

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