Blocco cessione crediti edilizi: non c'è più tempo da perdere
Si avvicina la data ultima per comunicare all'Agenzia delle Entrate la scelta delle opzioni alternative e il blocco della cessione non ha ancora trovato una soluzione
C'è un concetto ancora poco chiaro a chi ha il potere d'incidere in questo Paese: il comparto delle costruzioni non ha più tempo. Dopo aver parlato di frodi fiscali, frammentazione del credito, codice indentificativo, responsabilità solidale, sequestro preventivo, oltre che di una, due, tre, quattro e cinque cessioni, Parlamento e Governo adesso sono invischiati a discutere sulla classificazione dei crediti edilizi, ovvero una discussione (più politica che tecnica) che inciderà pesantemente su tutto il sistema.
Crediti edilizi tra passato, presente e futuro
Mentre sul futuro è lecito che la politica possa sciegliere come indirizzare gli investimenti pubblici, ciò che più preoccupa solo le decisioni sul recente passato di chi ha avuto l'unica colpa (se tale possiamo chiamarla) di fidarsi di uno Stato che invitava tutti ad utilizzare superbonus e bonus edilizi mediante le opzioni alternative disegnate con l'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Lo Stato dovrebbe farsi garante di tutti quei soggetti (contribuenti, imprese e professionisti) che hanno avviato importanti progetti di riqualificazione immobiliare, con una normativa profondamente diversa rispetto a quella attuale e, naturalmente, con delle condizioni al contorno differenti (Cassa Depositi e Prestiti, Poste e Istituti bancari non avevano alcun problema di capienza fiscale o fiducia verso il sistema della cessione dei crediti).
Sembrerebbe, purtroppo, che ogni discussione sia rimastra incastrata in posizioni di parte di chi vuole solo scaricare "colpe" e non prendersi la responsabilità di trovare una soluzione ad un problema su cui ancora oggi non si conosce la reale portata. L'unico dato che conosciamo, frutto solo di un pourparler in Parlamento, è che sulla Piattaforma Cessioni dell'Agenzia delle Entrate sono presenti 100 miliardi di crediti edilizi. Il perché stiano lì non è dato saperlo.
Indagine conoscitiva
Da parte nostra (come LavoriPubblici.it) prosegue l'aggiornamento quotidiano dell'indagine conoscitiva sulla quantità di crediti edilizi bloccati che ad oggi ha registrato 1368 risposte suddivise tra:
- contribuente che sostiene direttamente le spese;
- libero professionista;
- impresa;
- general contractor.
Per partecipare all'indagine CLICCA QUI.
Un'indagine certamente poco rappresentativa del problema ma i cui dati dovrebbero condurre verso ovvie riflessioni su quello che accadrà superato il 16 marzo 2023, ovvero l'ultima data utile al momento prevista per comunicare all'Agenzia delle Entrate la scelta delle opzioni alternative relative alle spese sostenute nel 2022. Superata questa data (sempre che non arrivino proroghe) la scelta sarà la detrazione diretta in dichiarazione dei redditi, per chi avrà la capienza fiscale. (Ricordiamo che con l'art. 10quater del D.L. n. 4/2022 fu disposta una proroga per i soggetti titolari di partita IVA che limitatamente alle spese sostenute nel 2021 avrebbero potuto inviare la comunicazione entro il 15 ottobre 2022).
Soggetti beneficiari
Di seguito i dati relativi alla tipologia di soggetti che hanno partecipato alla nostra indagine.
Tipologia bonus
Nel grafico che segue la tipologia di bonus incagliati sulla piattaforma cessioni dell'Agenzia delle Entrate.
Range di credito bloccato
Di seguito il range di crediti rimasti incagliati.
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