Blocco cessione crediti edilizi: proposta la detrazione in 10 anni con cessione limitata
Avviato il percorso di conversione in legge del Decreto Cessioni, arrivano le prime proposte di soluzione al blocco della cessione dei crediti edilizi
Con il 31 marzo alle porte (ultima data per comunicare al Fisco la scelta delle opzioni alternative alla detrazione diretta) e con un Decreto Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni) che non terminerà il suo percorso di conversione prima di metà aprile, diventa urgente cominciare a ragionare su qualche soluzione che consenta di ridurre la capienza fiscale necessaria per utilizzare annualmente i bonus edilizi.
Utilizzo bonus edilizi
Mentre Governo e Parlamento ascoltano le tante proposte arrivate da Associazioni, Consigli Nazionali delle Professioni Tecniche e Sindacati, come spesso accade, dalla base arriva qualche proposta certamente interessante e da prendere in considerazione, non tanto per trovare una soluzione definitiva e valida per tutti, ma quanto per provare ad arginare il problema per qualcuno.
La proposta arriva tramite il noto portale delle petizioni Change ed è molto semplice nella sua formulazione. Si parte dalla considerazione che l'attuale formulazione dell'art. 119, comma 1 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) prevede la possibilità di utilizzare il superbonus in 5 quote annuali di pari importo per le spese sostenute nel biennio 2020-2021 e in 4 quote annuali di pari importo per le spese sostenute dall'1 gennaio 2022.
Una possibilità calibrata sul meccanismo di cessione del credito per rendere più "appetibile" il credito soprattutto per i cessionari con capienza fiscale. Il tutto senza aver considerato né il boom di interventi che ha ridotto la capienza fiscale dei principali cessionari, né il blocco della cessione dovuto a seguito del Decreto Cessioni che ha lasciato col cerino in mano chi non aveva presentato la CILAS ma avrebbe voluto avviare l'intervento (magari avendo la possibilità economica ma non la capienza fiscale).
Perché è chiaro che, pur avendo la possibilità economica di anticipare le spese, gli interventi di superbonus costano tanto. L'ultima rilevazione di Enea ha stimato l'intervento medio in:
- 594.891,80 € per i Condomini
- 113.845,67 € per gli Edifici unifamiliari
- 96.877,90 € per le U.I. funzionalmente indipendenti
Prendendo come riferimento gli edifici unifamiliari, una spesa di 100.000 euro (per semplificare) consente di maturare un credito di 90.000 euro (nel 2023 per i nuovi interventi sulle unifamiliari l'aliquota del superbonus è al 90%) da suddividere in 4 rate di pari importo, ovvero 22.500 euro. È chiaro che per utilizzare i 22.500 euro in compensazione, è necessario avere un reddito di almeno 70.000 euro/anno (che non è poco per una famiglia normale). E, tra le altre cose, non dimentichiamo che uno dei requisiti per accedere al bonus 90% per le unifamiliari è avere un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro. Un requisito che, unito al blocco della cessione, esclude a monte qualsiasi possibilità di valutazione dell'intervento tramite questo bonus.
Libere10: un’opzione per detrarre in 10 rate cedibili singolarmente i crediti da bonus
Su Change si presentano come "Libere10" e propongono di consentire al committente privato la possibilità di optare per la detrazione in 10 anni, per tutte le spese agevolate da bonus edilizi, comprese quelle sostenute ante D.L. n. 11/2023, nell’ottica di mantenere il più possibile la gestione dei crediti da bonus edilizi all’interno del rapporto diretto tra Stato e committente.
Per quanto concerne la parte che eccede la capienza fiscale del committente, si chiede la cessione del credito per singola rata, ammettendo una limitazione alla cedibilità del credito (solo due cessioni, una libera e l'altra verso soggetti qualificati).
I benefici
Secondo i sostenitori di questa petizione, consentire l'utilizzo del bonus in 10 rate (cosa che peraltro già esiste per i bonus minori) consentirebbe di:
- diminuire il volume dei crediti incagliati, alleggerire la pressione sul sistema bancario e lasciare l’opzione della cessione a chi effettivamente non ha capienza;
- risolvere il paradosso di detrazioni su interventi importanti (adeguamento sismico, efficientamento energetico) che risultano di entità assolutamente incongrua con la capienza fiscale su 4 anni di un normale committente privato;
- comportare un vantaggio finanziario per i committenti che non cedendo più il credito non si troveranno a dover sostenere i costi finanziari sempre più sfavorevoli;
- promuovere lo spirito originario dei bonus edilizi, favorendo l’effettiva fruizione in forma di detrazione, responsabilizzando il committente, incentivando l’aumento di produttività e stimolando l’emersione dal nero;
- imporre a committenti e tecnici di ragionare sulla base di risorse limitate, l’effettiva capienza fiscale disponibile, contenendo l’onerosità degli interventi;
- coinvolgere il in prima persona il committente nella ricerca di soluzioni efficaci per la cessione della singola rata.
Secondo la petizione "Se permanesse la chiusura del Governo sul meccanismo della cessione, o comunque se non si accettasse di agire sulla cedibilità per singola rata, anche la sola opzione per detrazione in 10 rate invece che 4 porterebbe molti dei benefici descritti sopra e permetterebbe di stabilire un rapporto più sereno tra lo Stato ed il privato cittadino impegnato in interventi sul patrimonio edilizio".
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