Blocco cessione del credito: professionisti e contribuenti dimenticati
Nel percorso di conversione del Decreto Aiuti-quater è stato previsto un prestito SACE per le imprese ma nessuna misura per professionisti e contribuenti coinvolti nel blocco delle cessioni
Che la politica non avesse piena confidenza con aspetti e problematiche di natura tecnica è fatto noto a tutti, ancora una volta dimostrato nel percorso di conversione in legge del Decreto Aiuti-quater nel quale sembra aver perso la bussola relativamente al blocco della cessione dei crediti edilizi.
Blocco della cessione: nessuna soluzione nel Decreto Aiuti-quater
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge n. 176/2022 (Decreto Aiuti-quater), contribuenti, professionisti e imprese si sarebbero aspettati un intervento del Parlamento per colmare il vuoto del provvedimento d’urgenza emanato dal Governo. Un provvedimento che avrebbe dovuto risolvere il problema del blocco della cessione dei crediti edilizi ma che ha finito per modificare nuovamente la detrazione fiscale del 110% prevista dal Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Come se la politica non avesse ancora compreso la differenza tra la detrazione fiscale e le modalità di utilizzo della stessa (sconto in fattura e cessione del credito).
L’unica disposizione prevista dal Governo all’interno del D.L. n. 176/2022 è stata quella di concedere ai cessionari l’utilizzo del credito in 10 rate annuali di pari importo (anziché 4 o 5 come previsto per chi matura la detrazione).
Prestito SACE
In sede di conversione in legge, dopo tanti emendamenti presentati dalle varie forze parlamentari (alcuni dei quali meritevoli di attenzione), alla fine è passata la linea del Governo con la presentazione di un emendamento che da una parte rimette il problema delle CILAS per i condomini alla Legge di Bilancio 2023 e dall’altra prova a dare respiro alle imprese vittima del meccanismo di cessione del credito e che non riescono a monetizzare.
Nel dettaglio, nella conversione del Decreto Aiuti-quater sarà previsto che la società SACE S.p.A. garantisca i crediti maturati alla data del 25 novembre 2022, affinché possano essere considerati dalla banca o istituzione finanziatrice quale parametro ai fini della valutazione del merito di credito dell’impresa richiedente il finanziamento e della predisposizione delle relative condizioni contrattuali.
Garanzie che potranno essere concesse solo alle imprese con sede in Italia, rientranti nelle categorie contraddistinte da codici ATECO 41 (Costruzione di edifici) e 43 (Lavori di costruzione specializzati).
Professionisti e contribuenti dimenticati
Peccato che il problema del blocco della cessione non riguardi solo le imprese ma anche:
- i contribuenti che avevano avviato i lavori sperando nella successiva cessione del credito;
- i professionisti che, come le imprese, sono stati invitati a lavorare applicando lo sconto in fattura.
Due tipologie di soggetti completamente dimenticati dal Governo e dal Parlamento che, come detto, dimostra ancora una volta la sua assoluta distanza dalle dinamiche che hanno coinvolto il comparto delle costruzioni, vittima solo della fiducia riposta in una legge dello Stato ripetutamente modificata con effetti retroattivi che qualcuno finge di non vedere.
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