Blocco cessioni: il Governo denunciato alla UE

L'iniziativa promossa dall'Associazione CANDE: con le continue modifiche normative violato il principio di certezza del diritto

di Redazione tecnica - 01/10/2024

250 imprese del settore edile denunciano il Governo alla Commissione Europea per la questione “crediti incagliati” o meglio, per il “pasticcio Superbonus”.

Blocco crediti edilizi: CANDE denuncia il Governo alla UE

L’azione, promossa dall’Associazione CANDE, Class Action Nazionale dell'Edilizia, di cui fanno parte le aziende, nasce sul presupposto che con le innumerevoli modifiche al Superbonus sono stati violati i diritti nazionali e UE di imprese, professionisti e privati.

“Abbiamo ragione di ritenere che le innumerevoli modifiche apportate al Superbonus, ben 17 in materia di crediti d’imposta da luglio 2020, abbiano letteralmente "intrappolato" imprese, professionisti e privati, e che siano stati violati i diritti nazionali e le norme UE”, afferma il neo presidente di CANDE, Roberto Cervellini. “Per questo abbiamo indirizzato la nostra denuncia direttamente alla Commissione Europea, a Bruxelles, secondo quanto previsto dal Diritto Europeo. In Italia aspettiamo ancora l'apertura di una Commissione d’inchiesta sul Superbonus: dov’è? Perché non viene costituita? Quali interessi e quali casi si vogliono tutelare? Visto che la Commissione d’inchiesta non parte in Italia, la chiediamo noi alla Commissione Europea con azioni di classe collettive chieste a gran voce dal contribuente defraudato e danneggiato”.

Decreto Taglio Cessioni: violata la certezza del diritto

Secondo Cervellini sarebbero almeno 20 le violazioni del Governo – sulle quali si chiede di fare chiarezza anche con l’intervento del Parlamento- l’ultima delle quali sarebbe il D.L. n. 39/2024, che ha bloccato di fatto definitivamente la possibilità di cessione dei crediti d’imposta da bonus edilizi già maturati per contratti in essere, rendendoli sprecabili a danno dei contribuenti: "Già prima della sua conversione - ha aggiunto Cervellini - il DL39/2024 presentava, per effetto retroattivo, vizi formali e sostanziali di incostituzionalità e mancato rispetto del testo paracostituzionale Preleggi, oltre al riferimento normativo quale il Codice Civile Italiano. Per questo, subito e prima ancora della conversione in legge del testo, abbiamo denunciato le irregolarità al Presidente Mattarella e a alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ma purtroppo senza riscontro".

Ancora peggio avrebbero fatto le modifiche, in fase di conversione in Legge n. 67/2024, con gravissime conseguenze sui diversi soggetti interessati: “stavolta c'è un danno irreparabile per il contribuente privato, l’impresa e il professionista, perché si abroga quel diritto alla cessione dei crediti d’imposta, già maturati negli anni 2020-2023”. CANDE parla di “mostro” giuridico: “il Governo, unilateralmente ha eliminato con retroattività un diritto di credito certo, liquido ed esigibile, ponendo in crisi un rapporto giuridico di durata, quale il Contratto di Appalto, aperto oramai a innumerevoli contenziosi. Anche le Banche Italiane sono coinvolte nel DL 39-2024 e, come denunciato anche da ABI, non stanno più acquistando i crediti d’imposta da bonus edilizi perché non sono più totalmente compensabili”.

Sul punto è intervenuto l’avv. Daniele Marra del Foro di Roma, con giusta procura speciale di CANDE: “L’eliminazione del diritto di compensazione del credito, generato secondo una normativa come era quella del DL Rilancio si espone non solo a dubbi di legittimità costituzionale, ma rappresenta a mio avviso una vera e propria sanzione, che vìola il principio di proporzionalità del diritto UE. L’art. 4 del D.L. n. 39/2024 infatti, va anche a modificare il diritto alla compensazione scolpito nello Statuto del Contribuente che, all’art. 8 comma 1, così recitava: 'L’obbligazione tributaria può essere estinta anche per compensazione'. La norma del 2024, elabora una deroga in negativo che incide sul predetto articolo 8, che non può che essere una sanzione senza causa e che impatta non solo sulle imprese ma anche sui titolari di crediti fiscali. Lo Statuto di cui sopra, infatti, è lo Statuto del Contribuente.”

Nella denuncia presentata a Bruxelles si chiede inoltre alla Commissione UE di verificare l'operato del MEF nella contabilizzazione dei crediti di imposta nel bilancio pubblico, secondo il Regolamento Europeo SEC/ESA 2010: crediti che in Europa risultano "pagabili" mentre in Italia sono "non pagabili" e dunque sprecabili.

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