Blocco crediti edilizi, tante rassicurazioni ma nessuna soluzione
La Presidente ANCE invita il Governo a mettere in campo Cassa Depositi e Prestiti per trovare una soluzione al problema dei crediti edilizi incagliati
“Per le famiglie non sono ancora arrivate novità concrete nonostante le tante rassicurazioni da parte del Governo che ha sempre garantito una soluzione. Pesanti ripercussioni per le imprese coinvolte sia per l’occupazione”. Queste le parole della Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), Federica Brancaccio, in riferimento al problema del blocco della cessione dei crediti edilizi.
Il blocco della cessione
La Presidente ANCE ha espresso grande preoccupazione per una situazione che rischia di peggiorare e su cui invita ad intervenire con un'iniezione di fiducia per i cittadini. Iniezione che secondo la Brancaccio potrebbe arrivare, ad esempio, con la messa in campo di Cassa Depositi e Prestiti e non solo delle banche, che seppur grandi, da sole non possono farcela.
Una soluzione che dal basso viene proposta da mesi. Bypassare il sistema bancario (privato) e mettere in moto le partecipate, tra cui CDP e Poste Italiane, che da sole potrebbero acquistare i crediti rimasti bloccati a causa dei continui cambi normativi.
Non è un mistero che dalla pubblicazione del Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter), dal 27 gennaio 2022 sono cambiate le condizioni per l'applicazione del meccanismo delle opzioni alternative alla detrazione diretta (sconto in fattura e cessione del credito) di cui all'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).
Una modifica normativa andata avanti per tutto il 2022 che non ha eliminato il meccanismo di cessione ma lo ha stravolto riducendo la capienza fiscale del sistema bancario (fino a quel momento in prima linea per l'acquisto dei bonus edilizi) e minando irrimediabilmente la fiducia dell'intero comparto.
La conseguenza è stata che tra la fine del 2021 e per quasi tutto il 2022 si sono avviati interventi di superbonus senza capacità economica e capienza fiscale, ritenendo impossibile non trovare operatori disponibili ad acquisire i crediti.
La soluzione al problema
Al momento, dalla nascita del nuovo Governo Meloni, sono arrivate tante dichiarazioni/rassicurazioni ma solo i seguenti interventi:
- il Decreto Legge 18 novembre 2022, n. 176 (Decreto Aiuti-quater), convertito con modificazioni dalla Legge 13 gennaio 2023, n. 6;
- la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023);
- il Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni), convertito con modificazioni dalla Legge 11 aprile 2023, n. 38;
- il Decreto-Legge 1 giugno 2023, n. 61 (Decreto Alluvioni) convertito con modificazioni dalla Legge 31 luglio 2023, n. 100;
- il Decreto Legge 10 agosto 2023, n. 104 (Decreto Asset), in attesa di conversione in legge.
A parte il Decreto Cessioni che ha eliminato le possibilità di opzioni alternative (scelta sensata in considerazione della scarsa voglia di voler far circolare i crediti edilizi), nessuno dei menzionati provvedimenti ha inciso sul blocco della cessione dei bonus.
Al momento il comparto è in attesa di Poste Italiane che dovrebbe riaprire agli acquisti a ottobre (dopo la conversione del D.L. n. 104/2023) ma solo per i privati e per importi massimi di 50.000 euro. Troppo poco per pensare sbloccare l'ammontare dei crediti edilizi che, secondo le ultime stime, ammonterebbero complessivamente a circa 30 miliardi di euro.
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