Bonus acqua potabile, cos'è e come si utilizza
La Legge di Bilancio per il 2021 ha previsto una detrazione fiscale per l'acquisto dei sistemi di purificazione delle acque. Vediamo cos'è e come si utilizza
Da qualche anno si sta sviluppando una "cultura green" alla ricerca dei migliori comportamenti per la sostenibilità ambientale. Tra questi, la riduzione della plastica. E non stiamo parlando solo di comportamenti personali, ma anche incentivi governativi che indirizzano verso scelte ecologiche per tutelare l'ambiente. Tra questi, il bonus per l'acqua potabile. Ma vediamo come funziona e come si può richiedere.
Il credito di imposta
La legge n. 78/2020 (Legge di Bilancio per il 2021), in particolare all'art. 1, ha previsto un credito di imposta destinato a chi sceglie di acquistare dei sistemi di purificazione delle acque che arrivano nelle nostre case. Si tratta di macchine per il filtraggio, la mineralizzazione, il raffreddamento e l'addizione di anidride carbonica alimentare E290 che consentano un consumo molto più sicuro dell'acqua che scorre negli acquedotti comunali. Questo bonus è destinato "alle persone fisiche, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti ed è pari al 50% delle spese sostenute dall'1 gennaio 2021 al 31 dicembre 2022, documentate tramite fattura elettronica o documento commerciale".
Quanto risparmio?
Di credito di imposta per acquistare uno di questi sistemi, posso ricevere al massimo 1.000 euro per ciascuna unità immobiliare, per le persone fisiche non esercenti attività economiche; 5.000 euro per ciascun immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli altri soggetti. I contribuenti che non esercitano attività d’impresa in contabilità ordinaria possono usufruire del credito d’imposta solo se effettuano il pagamento delle spese con versamento bancario o postale o altri mezzi tracciabili. Per usufruire del bonus, dall'1 febbraio al 28 febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese, bisogna comunicare telematicamente all’Agenzia delle entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute nell’anno precedente, utilizzando l’apposito modello. Ma attenzione. Il governo ha previsto un tetto massimo complessivo di spesa per il credito di 10 milioni di euro, suddivisi in 5 milioni per il 2021 e 5 milioni per il 2022. Per questo un provvedimento dell’Agenzia delle entrate renderà nota la misura percentuale del credito d’imposta effettivamente spettante, che dipenderà, pertanto, dal totale delle richieste validamente presentate.
Come si utilizza il credito
Le persone che non esercitano attività d’impresa o di lavoro autonomo possono successivamente utilizzare il credito nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento delle spese agevolabili e in quelle successive, fino a quando non se ne conclude l’utilizzo; in compensazione, tramite modello F24. Gli altri beneficiari devono utilizzare il credito esclusivamente in compensazione.
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