Bonus edilizi, sconto in fattura e cessione del credito: tris di risposte dal Fisco

Tre nuove risposte dell’Agenzia delle Entrate chiariscono le possibilità di accesso allo sconto in fattura e alla cessione del credito dopo l’entrata in vigore del D.L. n. 39/2024

di Redazione tecnica - 16/04/2025

Opzioni alternative e tassa per il suolo pubblico

Nel caso oggetto della risposta n. 103/2025, un contribuente aveva acquistato un immobile già oggetto di interventi edilizi autorizzati mediante SCIA alternativa, con titolo in corso di validità. Nell’ambito del passaggio di proprietà, riteneva che il pagamento (eseguito dai precedenti proprietari) della tassa per l’occupazione del suolo pubblico nel 2022 potesse essere considerato come “spesa sostenuta” utile per fruire delle opzioni alternative (sconto o cessione) ai sensi dell’art. 121, D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio).

Al fine di bloccare le c.d. CILAS dormienti, con l’art. 1, comma 5, del D.L. n. 39/2024, il legislatore ha deciso che le deroghe al blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito (introdotto dal D.L. n. 11/2023) non si applichino agli interventi edilizi, anche se ricompresi nelle eccezioni originarie, qualora al 30 marzo 2024 non sia stata sostenuta alcuna spesa, documentata da fattura, per lavori già effettuati.

Secondo il contribuente, la tassa versata nel 2022 per l’occupazione di suolo pubblico sarebbe da considerarsi come una spesa collegata alla realizzazione dell’intervento edilizio.

Per l’Agenzia delle Entrate, invece, no. Secondo il Fisco, la tassa per il suolo pubblico è considerata una spesa accessoria e è non direttamente riferibile alla materiale esecuzione dei lavori. Pertanto, non può soddisfare il requisito del “sostenimento di spese per lavori già effettuati” previsto dall’art. 1, comma 5 del D.L. n. 39/2024.

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