Bonus edilizi: sicurezza antisismica sia priorità dello Stato
Il superbonus ha incentivato interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico ma senza alcuna priorità per quest'ultimo
Quando nel 2017 il legislatore ha previsto il primo vero sistema di incentivi per il miglioramento strutturale degli edifici esistenti (il sismabonus), la stella polare che lo ha ispirato è stata la riduzione del rischio sismico. La norma concedeva, cioè, un incentivo crescente in funzione del salto di classe sismica.
Superbonus: gli incentivi per la riduzione del rischio sismico
La scelta non ha, purtroppo, ispirato il legislatore che ha messo a punto l'art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che, nel definire l'ormai nota detrazione fiscale del 110% (il superbonus), ha deciso di separare gli incentivi per il risparmio energetico (superecobonus) da quelli per la riduzione del rischio sismico (supersismabonus).
Ma non solo. Nella definizione del sismabonus potenziato è sparito il requisito di salto di classe sismica ed è stata concessa l'aliquota del 110% per detrarre le spese inerenti qualsiasi intervento rientrasse tra quelli indicati nei commi da 1-bis a 1-septies dell'articolo 16 del Decreto-Legge 4 giugno 2013, n. 63.
Due scelte completamente sbagliate se consideriamo:
- l'inutilità di riqualificare energeticamente un edificio senza una preventiva valutazione delle sue condizioni strutturali;
- la sproporzionalità nell'aver potenziato al 110% qualsiasi intervento di miglioramento strutturale ma senza salto di classe sismica.
Sicurezza antisismica priorità dello Stato
Sembra essere dello stesso nostro avviso Guido Castelli, Commissario straordinario per la Riparazione e la Ricostruzione Sisma 2016, che intervenendo al Convegno “I bonus edilizi nell’area del cratere” ha evidenziato le criticità del nostro patrimonio edilizio e non nascosto quelle relative all'applicazione del sismabonus potenziato.
"La sicurezza antisismica un’assoluta priorità dello Stato - ha affermato il Commissario Castelli - Più di un terzo dei comuni italiani si trova nelle zone 1 e 2. Vale a dire, quelle zone nelle quali è possibile che si verifichi un evento sismico forte o molto forte. Da questo punto di vista il sistema degli incentivi, e segnatamente del superbonus 110%, per la parte sisma, non ha prodotto i risultati attesi".
Il Commissario Castelli ha sottolineato come "le politiche pubbliche di sostegno al patrimonio edilizio dovrebbero assegnare una priorità all’adeguamento e al miglioramento sismico. Nel cratere del Centro Italia stiamo cercando di fare la nostra parte cercando di fare prevenzione attraverso la ricostruzione".
Il futuro dei bonus edilizi
"Alla luce di questo assunto - prosegue Castelli - auspico che all’interno dell’azione di riordino dei bonus edilizi, venga mantenuta una priorità per le azioni di prevenzione sismica, da considerarsi preliminari ad ogni intervento sul costruito. Da questo punto di vista posso testimoniare che la combinazione tra il superbonus 110% e il contributo sisma per gli immobili danneggiati, se opportunamente gestita, consente di favorire una ricostruzione capace di cogliere in pieno i principi della prevenzione sismica. Ovvero, di procedere a un generale miglioramento del patrimonio edilizio, a partire dalla sicurezza, facendo leva sulla ricostruzione di quello che rimane il più grande cantiere d’Europa”.
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