Bonus edilizi e Superbonus: occhio ad alterare la volumetria del tetto
Se una ristrutturazione pesante viene erroneamente qualificata come manutenzione straordinaria, il titolo edilizio presentato non è valido, con conseguenze sulla corretta spettanza delle detrazioni
Lo stato di fatto
All’interno di tale vicenda giuridica, a nulla è valso il rilievo dei proprietari dell’immobile contestato, in base al quale l’aumento di volumetria risultava solo dal titolo abilitativo, per quanto di tipologia errata, ma non corrispondeva a quanto effettivamente realizzato, che sarebbe invece stato lecito. A riguardo, infatti, i giudici hanno sottolineato “l’impossibilità di invocare uno stato di fatto diverso da quello risultante dai titoli edilizi”. Poco importa, dunque, se chi riceve simili contestazioni si trova di fronte a un accertamento solo “sulla carta”, perché questo è sufficiente a portare a un’istanza di demolizione, com’è avvenuto nel caso di specie.
In altre parole, cioè, l'intervento a cui l’amministrazione si riferisce nel valutare la correttezza o meno del titolo abilitativo (e quindi la regolarità di quanto realizzato) è unicamente quello assentito, così come emerge dagli elaborati progettuali allegati, “a nulla rilevando eventuali difformità dallo stato di fatto rispetto a quanto ivi rappresentato”.
È evidente, allora, che la qualificazione degli interventi da parte dei tecnici cui ci si affida rappresenta un momento di enorme delicatezza. È sulla base di questa, infatti, che saranno predisposti i documenti necessari e sarà individuato il titolo abilitativo da presentare, e scegliere quello “sbagliato” (senza accorgersene in tempo) può avere pesanti ripercussioni sulla liceità dei lavori, che possono spiegarsi negativamente anche sugli eventuali bonus edilizi.
Documenti Allegati
Sentenza Consiglio di Stato 2 luglio 2024, n. 5865IL NOTIZIOMETRO