Bonus edilizi e Superbonus: occhio ad alterare la volumetria del tetto

Se una ristrutturazione pesante viene erroneamente qualificata come manutenzione straordinaria, il titolo edilizio presentato non è valido, con conseguenze sulla corretta spettanza delle detrazioni

di Cristian Angeli - 11/07/2024

La possibile decadenza dai bonus

La recente sentenza offre alcuni spunti interessanti anche riguardo alle varie detrazioni fiscali di cui un simile intervento avrebbe potuto beneficiare. I lavori sul tetto, infatti, possono astrattamente accedere al Sismabonus (DL 63/2013, art. 16), nel momento in cui siano in grado di migliorare le prestazioni anti-sismiche dell’edificio. Lo stesso vale per l’Ecobonus (DL 63/2013, art. 14), che risulta fruibile per simili interventi sempre che siano raggiunti gli obiettivi di efficientamento energetico posti dalla normativa vigente. Infine, intervenire sul tetto può portare alla fruizione del bonus più “classico” di tutti, il c.d. Bonus Ristrutturazioni regolato dall’art. 16-bis del Tuir (DPR 917/1986), in vigore nel nostro ordinamento senza scadenza.

Il corretto inquadramento delle opere dal punto di vista tecnico, in particolare, è fondamentale per la legittima spettanza di tali detrazioni. A stabilirlo è lo stesso TUE, il cui art. 49 prevede che “gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo o in contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti”.

Insomma, la regolarità dell’intervento è una “precondizione” necessaria per beneficiare dei bonus edilizi, e in un caso come quello trattato il 2 luglio dal Consiglio di Stato, la scelta del titolo edilizio sbagliato, porta non solo al rischio di vedersi opporre un’ordinanza di demolizione, ma anche a quello di subire un gravoso recupero fiscale, nel momento in cui in gioco c’è qualche bonus.

Come salvare la situazione

Quanto fino a qui illustrato non significa, però, che ogni qual volta venga commesso un errore sulla qualificazione delle opere allora i beneficiari dei bonus edilizi sono “spacciati”. Certo, è sempre preferibile che le valutazioni a monte siano le più precise possibili, e risulta fondamentale affidarsi a personale tecnico qualificato.

Sul punto, tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che la decadenza dai bonus a causa del titolo errato può essere evitata. In particolare, con la Circolare n. 17/2023 l’AdE ha esplicitamente chiarito che “la realizzazione di opere edilizie non rientranti nella corretta categoria di intervento per le quali sarebbe stato necessario un titolo abilitativo diverso da quello in possesso […] non può essere considerato motivo di decadenza dai benefici fiscali, purché il richiedente metta in atto il procedimento di sanatoria previsto dalle normative vigenti”.

A cura di Cristian Angeli
ingegnere esperto di agevolazioni fiscali applicate all’edilizia
www.cristianangeli.it

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