Bonus facciate: serve l’aggiornamento catastale?
Anche i lavori eseguiti usufruendo del bonus facciate, in alcuni casi, possono incidere sul classamento catastale: ecco cosa occorre valutare per evitare sanzioni.
La verifica della necessità di procedere con l’aggiornamento dei dati catastali è richiesta per qualunque intervento edilizio che non sia di semplice manutenzione. È infatti compito del committente incaricare un tecnico per inquadrare l’intervento e stabilire se rientra in una delle categorie previste dall’allegato B della circolare n. 1/2006. Si tratta di una valutazione tecnica, spesso complessa, che richiede un’analisi accurata della tipologia di intervento, degli effetti prodotti sull’edificio e della loro rilevanza ai fini catastali. Proprio per questo è necessario rivolgersi a un professionista esperto.
Se l’intervento è compreso tra quelli “influenti”, occorre
verificare ulteriormente se comporti una variazione della
consistenza dell’unità immobiliare o un incremento della rendita
catastale superiore al 15%.
Solo nel caso in cui si verifichino entrambe le condizioni –
intervento “influente” e incidenza su consistenza o rendita – è
necessario procedere all’aggiornamento catastale.
Gli interventi indicati nell’allegato B
Come spesso accade, le norme – e ancor più le circolari – non sono sempre di immediata interpretazione. L’allegato B della circolare n. 1/2006 dell’Agenzia del Territorio (ex Agenzia delle Entrate) riporta un elenco di interventi suddivisi in due categorie: quelli influenti e quelli ininfluenti sulla rendita catastale. Alcune opere sono chiaramente classificate, ma altre lasciano spazio a dubbi, anche a causa della distanza tra la normativa catastale, ancora ancorata al R.D. n. 652/1939, e la normativa edilizia più recente.
Un esempio emblematico è la voce “interventi di adeguamento degli impianti tecnologici alle normative tecniche e di sicurezza, di riparazione e rinnovo di impianti esistenti, di consolidamento e conservazione degli elementi edilizi strutturali”, contenuta al punto B.d).
L’inclusione degli “interventi di consolidamento e conservazione” potrebbe far ritenere che opere come quelle antisismiche (agevolate con il Sismabonus) non comportino aggiornamento catastale. Tuttavia, la distinzione tra consolidamento/conservazione e interventi più incisivi (come il rifacimento strutturale di un tetto o opere che determinano un salto di classe sismica) apre a interpretazioni, in quanto per prassi catastale consolidata, gli interventi che vanno oltre la manutenzione e introducono una miglioria devono essere considerati influenti sul classamento catastale.
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