Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU): cosa accade se non è riportato un vincolo?
La Corte di Cassazione chiarisce quando l’omissione di vincoli nel CDU non comporta responsabilità risarcitoria per il Comune
Il principio espresso dalla Cassazione
Con la nuova ordinanza, la Suprema Corte ha respinto il ricorso del privato, stabilendo un principio rilevante: la mancata indicazione nel CDU di un vincolo urbanistico non è di per sé sufficiente a fondare la responsabilità dell’amministrazione, qualora tale vincolo risulti comunque conoscibile in forza di strumenti urbanistici sovraordinati, come il PAI, dotati di efficacia erga omnes.
Gli ermellini, infatti, hanno precisato che il vincolo idrogeologico, essendo previsto dal PAI e quindi da uno strumento a validità normativa generale, era assistito da una presunzione legale di conoscenza e dunque "privo di decisività il fatto asseritamente omesso" nel CDU.
La decisione, dunque, non scardina l’impianto normativo, ma ne chiarisce i confini. Il CDU, ai sensi dell’art. 30, comma 3, ha valore dichiarativo e certifica lo stato urbanistico di un fondo secondo gli strumenti vigenti, ma non può sostituirsi alla piena conoscenza da parte del destinatario degli atti pianificatori sovraordinati.
La responsabilità del Comune, quindi, non può estendersi a omissioni che riguardino vincoli comunque opponibili, già efficaci e conoscibili al momento dell’adozione dello strumento urbanistico.
Documenti Allegati
Sentenza Corte di Cassazione 11 marzo 2025, n. 6469IL NOTIZIOMETRO