Cessione del credito e Superbonus: per Confprofessioni si rischia un lockdown dell'edilizia
Nel corso dell'audizione in Commissione Bilancio del Senato, la confederazione ha dipinto un quadro non particolarmente roseo del settore se il Decreto Sostegni Ter non verrà modificato
Continuano le audizioni in Commissione Bilancio del Senato sul Decreto Sostegni-Ter e particolarmente incisiva è stata quella di Confprofessioni, che ha messo sul tavolo tecnico alcune proposte legate alla modifica dell’art. 28 del D.L. n.4/2022, finalizzate ad evitare il blocco dei cantieri.
Superbonus 110% e Decreto Sostegni-Ter: l'audizione in Senato di Confprofessioni
Dopo avere evidenziato l’aumento esponenziale del ricorso al Superbonus 110% (dai 193 cantieri del 2020, ai 3.100 a febbraio 2021, fino ai 107.588 registrati al 31 gennaio 2022, per circa 18,3 miliardi complessivi di investimenti che porteranno a detrazioni per oltre 20 miliardi), Confprofessioni ha ricordato le continue rimodulazioni delle misure che regolamentano l’accesso alle detrazioni, tra cui il Decreto Sostegni Ter, che ha segnato una stretta notevole sulla cedibilità dei crediti.
Confprofessioni ha espresso le proprie perplessità sulla reale efficacia dello strumento adottato, pur condividendo l’obiettivo che si è posto il Legislatore. Il divieto delle cessioni multiple del credito rappresenta infatti una misura che, se non corretta e adeguatamente modificata, nell’applicazione concreta, provocherà effetti devastanti sull’economia.
Confprofessioni: blocco cessioni può generare lockdown dell'edilizia
Il quadro delineato ha tinte piuttosto fosche:
- committenti e attori del settore, non credendo più nel meccanismo, non proseguiranno nel reperimento di nuove commesse e decideranno di non intraprendere alcuna attività di riqualificazione;
- dopo la perdita di fiducia nel sistema, si verificherà il rallentamento della circolazione dei crediti;
- a cascata, arriverà un rallentamento della produzione di materiali e componenti edili ed impiantistici e la riduzione degli investimenti connessi direttamente o indirettamente al settore edile.
Infine, si potrebbe giungere al blocco dei cantieri, quello che Confprofessioni ha definito coome un vero e proprio “lockdown economico del settore edile”. Se i crediti non vengono più comprati o viene rallentato il meccanismo di cessione, il soggetto che ha crediti non può monetizzarli: le imprese non potranno più pagare i fornitori, i materiali, i dipendenti. In altri termini i cantieri inesorabilmente si bloccheranno.
Sottolinea Confprofessioni che in questo contesto probabilmente sopravviveranno solo le imprese fortemente capitalizzate o notevolmente liquide e, quest’ultima, in genere è una caratteristica delle imprese che attingono a capitali di dubbia provenienza. Paradossalmente, potrebbero avere la forza economica di continuare a lavorare solo quelle imprese che probabilmente finora hanno commesso illeciti.
Blocco cessioni: la posizione dei professionisti
Problemi anche per i professionisti: nello scenario innescato a seguito del Decreto Sostegni ter, si riverseranno effetti anche sui professionisti, che il Decreto Legge 34/2020, e successivamente il Decreto Antifrode, hanno individuato come i veri garanti degli interventi in ambito Superbonus 110% ed in quello degli altri bonus edilizi, considerato che le asseverazioni di congruità tecnica ed economica sono richieste ai professionisti, e solamente ai professionisti viene richiesta un’assicurazione che garantisca l’intero importo dei lavori realizzati).
Se la norma rimarrà invariata, i professionisti potrebbero incontrare difficoltà nel proporre prestazioni professionali con sconto in fattura, se non a condizione di ricevere incarichi direttamente dagli esecutori dei lavori in grado di proporre, a loro volta e con i rischi innanzi evidenziati, sconto in fattura. Il soggetto esecutore sarà quindi tenuto, il più delle volte, al pagamento diretto del professionista, il quale attraverso il visto di conformità e l’asseverazione di congruità delle spese deve effettuare una propria valutazione, con evidente e inevitabile condizionamento che il professionista “controllore” potrebbe subire dall’esecutore “controllato”.
Quindi i professionisti potrebbero essere privati, in corso d’opera, della possibilità di offrire prestazioni professionali con sconto in fattura, con l’ovvio rischio di depotenziare le attività di controllo, caratterizzate da terzietà ed indipendenza.
Cessioni del credito: le proposte di Confprofessioni
A parere del tavolo tecnico di Confprofessioni, coordinato dal notaio Claudia Alessandrelli e costituito da ingegneri, architetti, commercialisti, consulenti del lavoro, istituito allo scopo di monitorare il Superbonus 110% e tutti i bonus edilizi, «lo strumento più importante e imprescindibile per contrastare le frodi coinvolge l’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate e a tale proposito potrebbe essere utile l’introduzione di un codice identificativo di ogni operazione di cessione, in modo da risalire al primo titolare del credito ed alla documentazione comprovante i lavori».
Dal tavolo tecnico di Confprofessioni emerge anche la proposta di consentire la cessione plurima dei crediti esclusivamente tra soggetti qualificati come banche, intermediari finanziari, società di cartolarizzazione o imprese di assicurazione, che sono sottoposti a vigilanza e agli obblighi della normativa antiriciclaggio, eliminando tutti quei soggetti “non puntualmente identificati”, per lo più nullatenenti o imprese neo costituite, che sino a questo momento, attraverso la catena infinita di cessioni di crediti, ha consentito la schermatura delle operazioni fraudolente.
Documenti Allegati
AudizioneIL NOTIZIOMETRO