Codice Appalti 2023 ed Equo Compenso: attesa per la Cabina di Regia
Al via il "tavolo per le migliorie" al nuovo codice dei contratti pubblici. Tra le modifiche più attese, il coordinamento con la disciplina dell'equo compenso
C’è molta attesa sull’avvio della Cabina di Regia previsto per il 25 giugno, finalizzata a modificare il Codice Appalti 2023 e che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini ha definito come “tavolo per le migliorie” nel suo intervento all’assemblea annuale dell’ANCE.
Codice Appalti ed Equo Compenso: attesa per la Cabina di Regia
Sotto i riflettori, il coordinamento delle norme del d.Lgs. n. 36/2023 con quelle della legge n. 49/2023 sull’equo compenso, attualmente fonte di dubbi e interpretazioni che hanno generato più di una polemica, in particolare sull’opportunità di applicare o meno il principio dell’equo compenso alle gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.
Ricordiamo che la legge n. 49/2023 stabilisce non solo il diritto a un compenso proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto, ma anche la nullità dei contratti che violano tale precetto.
Previsioni che in parte stridono con quelle del nuovo Codice dei Contratti, entrato in vigore il 1° aprile 2023 e diventato pienamente efficace il 1° luglio 2023.
Tra i punti più volte criticati da tecnici e professionisti:
- la riduzione dei livelli di progettazione;
- la necessità di aggiornamento del Decreto Parametri;
- la possibilità di affidare incarichi a titolo gratuito in casi eccezionali e in deroga al divieto generale di opere intellettuali a titolo gratuito. Proprio sui contratti a titolo gratuito ANAC ha fornito recentemente dei chiarimenti con il Comunicato del Presidente del 5 giugno 2024, secondo cui sarebbero giustificati quando adeguatamente motivati e guidati dai principi di risultato, fiducia, accesso al mercato, legalità, trasparenza e concorrenza.
Non sono mancate quindi le richieste di modifiche al Codice, soprattutto dopo che ad aggiungere carne al fuoco ci ha pensato la stessa Autorità Anticorruzione quando, nel riconoscere la poca chiarezza del quadro normativo, avrebbe giustificato la discrezionalità da parte delle SA sull’applicazione dell’equo compenso, e inserito il principio tra le "clausole restrittive della partecipazione alle gare" come evidenziato nella sua Relazione annuale al Parlamento: "un altro profilo che scoraggia la partecipazione degli operatori economici alle gare riguarda le modalità di quantificazione dei compensi, relativamente alle procedure di affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, in relazione alla possibile violazione dei principi in tema di adeguata remunerazione delle prestazioni professionali”.
Secondo ANAC:
- da una parte, la legge n. 49/2023 sembrerebbe attribuire agli importi calcolati ai sensi del Decreto Parametri un carattere inderogabile, con la conseguenza che non sarebbero ammessi riduzioni dell’importo a base di gara né ribassi in sede di gara inferiori al minimo tariffario;
- dall’altra, il Codice dei contratti richiama i suddetti parametri ai fini della determinazione dell’importo a base di gara che, di regola, è soggetto a ribasso.
Proprio per questo la stessa Autorità ha richiesto un intervento chiarificatore alla Cabina di Regia, di cui si attendono adesso gli sviluppi.
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