Nuovo Codice dei contratti: Il dado è tratto
Trasmesso alle competenti Commissioni parlamentari il testo del Nuovo Codice dei contratti
Ormai il dado e tratto e possiamo affermare, senza alcun dubbio, che il Governo presieduto da Giorgia Meloni ha deciso per un non coinvolgimento degli stakeholder (tutti i soggetti, individui od organizzazioni, attivamente coinvolti nel nuovo Codice dei contratti, il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dal provvedimento stesso) nel nuovo Codice dei contratti il cui testo è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri n. 10 del 16 dicembre scorso.
Testo bollinato
Sia il testo con gli allegati che le relazioni previste (Relazione illustrativa e relazione tecnica) sono state approvate dalla Ragioneria generale dello Stato e, quindi, come si dice in gergo sono state “bollinate”
Controparte sfilacciata e testo inviato alle Camere
A fronte di una controparte sfilacciata e senza l’unico intento che dovrebbe essere quello di avere un strumento legislativo agile e veloce ma, anche, idoneo a realizzare quelle opere che servono all’economia ma, anche, a rinnovare al meglio le infrastrutture del Paese, il Governo, a quasi un mese di distanza dall’approvazione in via preliminare e per ottemperare a quanto previsto dall’articolo 1, comma 4 della legge delega 21 giugno 2022, n. 78, ha inviato ieri alle Camere il decreto legislativo nella versione bollinata.
Istanze delle parti sociali
In verità nella Relazione illustrativa del provvedimento si legge che “Sono state acquisite per iscritto, via mail, le istanze delle parti sociali, sollecitate con una consultazione pubblica pubblicata sul sito della Giustizia amministrativa, e sono state effettuate alcune audizioni in presenza”.
Abbiamo cercato tracce di questa consultazione e non siamo stati fortunati e, quindi, ci piacerebbe sapere chi ha partecipato a questa consultazione e chi è stato audito.
Tra l’altro l’unica consultazione di cui c’è una debole traccia è quella del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che in una news del 23 novembre comunica che “È in corso al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la maxi-consultazione con associazioni, ordini, categorie ed esperti sul nuovo codice degli appalti. Venerdì è il termine ultimo per proporre dei contributi: al momento sulla scrivania del Vicepremier e Ministro Matteo Salvini sono arrivate già oltre 30 proposte significative”.
Anche in questo caso, sarebbe interessante conoscere ufficialmente il risultato di queste consultazioni e se i risultati delle stesse abbiano trovato o meno il loro spazio all’interno dell’articolato del nuovo Codice dei contratti. L'unico documento che è possibile individuare è quello ufficiale (Report MIT del 15/12/2022) molto generico e che alleghiamo alla presente. Da tale documento è possibile riscontrari dati del tutto generali che non danno neanche l'idea delle proposte fatte dagli peratori del settore, proposte fatte, tra l'altro, in assenza di un testo su cui discutere.
Senza risposte si potrebbe pensare che tali consultazioni presso il Consiglio di Stato ed il MIT siano soltanto una foglia di fico per dire che gli stakeholder sono stati ascoltati e ciò è avvalorato dai malumori in ordine sparso delle associazioni degli imprenditori e degli ordini professionali dai quali sembra che ci sia stata una carenza di consultazioni e di audizioni.
Tra l’altro c’è da chiedersi che senso avrebbero avuto consultazioni ed audizioni al MIT senza un testo su cui discutere?
Il parere delle competenti commissioni parlamentari
In riferimento, poi, ai parere delle competenti commissioni parlamentari, il comma 4 dell’articolo 1 della legge delega è abbastanza chiaro e nello stesso è precisato che soltanto “previa acquisizione del parere della Conferenza unificata” che deve essere reso entro il termine di 30 giorni dalla data di trasmissione e soltanto dopo il citato parere il provvedimento può iniziare il suo iter per l’acquisizione dei pareri delle competenti commissioni di Camera e Senato.
Testo trasmesso alle competenti commissioni parlamentari
Non ascoltando le voci degli stakeholder che si sono susseguite in questo trascorso periodo di festività, il Governo, nell’assoluto silenzio, ha trasmesso ieri, sia alla Camera dei Deputati che al Senato, il provvedimento con una nota di accompagnamento del 5 gennaio 2023 del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri inviata al Dipartimento dei rapporti con i parlamento e al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti con cui viene trasmesso il testo del nuovo Codice dei contratti corredato dalle prescritte relazioni e munito dal “Visto” del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.
Nella stessa nota è precisato che “Si fa riserva di inviare il parere della Conferenza unificata non appena perverrà a questo Dipartimento”.
Proroga della scadenza del 9 gennaio della legge delega
Viene, anche, segnalata, l’urgenza in riferimento a quanto previsto dal già citato comma 4 dell’articolo 1 in cui, nell’ultimo periodo è espressamente detto che “Qualora il termine per l'espressione del parere parlamentare scada nei trenta giorni che precedono la scadenza dei termini di delega previsti dal presente articolo o successivamente, questi ultimi sono prorogati di tre mesi”.
Ora secondo quanto precisato nella citata nota del Dipartimento il termine della scadenza della legge delega era il 9 gennaio 2023 ma tale scadenza è stata, di fatto prorogata di tre mesi e, quindi, al 9 aprile 2023 ma è anche precisato che, comunque, il provvedimento nel rispetto delle previsioni del PNRR deve entrare in vigore entro il 31 marzo 2023.
In una situazione normale, le competenti commissioni parlamentari che sono, per competenza:
- la VIII Ambiente (Assegnato il 9 gennaio 2023 - Termine l'8 febbraio 2023)
- la V Bilancio e Tesoro (Assegnato il 9 gennaio 2023 - Termine l'8 febbraio 2023)
- la XIV Politiche dell'Unione Europea (Assegnato il 9 gennaio 2023 - Termine l'8 febbraio 2023)
della Camera dei Deputati e
- la 8ª Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica
- 5ª Programmazione economica, bilancio
- 4ª Politiche dell'Unione europea
del Senato avrebbero dovuto ricevere il provvedimento dopo il parere della Conferenza unificata e, quindi, la scadenza dell’8 febbraio 2023 fissata per le commissioni della Camera dei Deputati sembra abbastanza arbitraria in quanto manca il prescritto preventivo parere della Conferenza unificata ed, a lume di logica, la scadenza dovrebbe essere spostata ad una data che potrà essere determinata successivamente al prescritto parere propedeutico.
Nessuno spazio per le problematiche individuate dai soggetti interessati
In ogni caso, riteniamo che tutte le problematiche sin qui sollevate informalmente dai soggetti interessati, professionisti, imprese e stazioni appaltanti) non potranno trovare alcuno spazio anche perché il compito delle commissioni parlamentari si fermerà, probabilmente, soltanto a controllare che il testo del provvedimento risponda ai principi ed ai criteri della legge delega individuati all’articolo 1, comma 2, dalla lettera a) alla lettera ll) della legge delega.
Tra l’altro, in ogni caso, anche con alcune disposizioni non conformi ai principi e criteri direttivi della legge delega, il Governo potrebbe trasmettere il testo, così come già predisposto nuovamente alle Camere che potrebbero esprimersi nuovamente entro 10 giorni ma, comunque, l’eventuale nuovo parere, anche se negativo, non sarebbe vincolante.
Sembra, quindi, che, con buona pace di tutti, il dado sia tratto e che possiamo già cominciare a metabolizzare le oltre 500 pagine del provvedimento e degli allegati e le quasi 400 pagine di relazioni illustrative che alleghiamo alla presente così come trasmessi dal Governo alle competenti commissioni parlamentari
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